Nei giorni scorsi, davanti al palazzo del comune di Crotone, alcune famiglie hanno protestato per poter avere dei biglietti gratuiti da utilizzare per le giostre
La tradizionale festa mariana dedicata alla Madonna di Capo Colonna a Crotone porta con sé divertimento, gioia ma anche un po’ d’amarezza
Si è conclusa ieri sera a Crotone la tradizionale festa mariana, in cui ogni anno la città torna a vivere. Quella di Crotone è una delle città italiane che muore ogni giorno per poter risorgere dalle sue ceneri una volta l’anno. Anche quest’anno la “volta” è passata, di certo non senza polemiche.
Fiere, giostre e disagio oltre le apparenze
Per chi non fosse del luogo e si trovasse per caso in città durante la terza settimana di maggio, si troverebbe di fronte a una marea di gente riversata per le vie di uno dei luoghi che scrisse la storia della tradizione della Magna Graecia.
Una passeggiata tra le bancarelle per fare un po’ di compere e un giro su quella o su quell’altra giostra. La scelta non manca. Una città viva che non sembra neanche lei.
Non mancano però le proteste e le indignazioni che spopolano sul web. Tra queste, una ha diviso la città di Crotone. Qualche giorno addietro, delle famiglie si sono presentate davanti al palazzo del comune, protestando per poter avere dei biglietti gratuiti per le giostre.
L’opinione pubblica si è divisa tra chi ritiene che questa protesta sia giusta e chi ritiene che non lo sia.
Molti hanno affermato che è un diritto di tutti, ritenendolo un bene primario, poter fare divertire i propri figli, pur non avendo le possibilità economiche. Molti altri hanno criticato questa posizione ritenendola quasi un capriccio, considerando il divertimento come un bene secondario.
Volendo azzardare delle considerazioni si potrebbe concludere che non c’è un ragione assoluta da poter assegnare a uno o all’altro punto di vista.
Ha ragione chi afferma che le proteste non funzionano perché ci si pone a muso duro per dei biglietti gratuiti e non per i rifiuti tossici presenti nel territorio, oltre che nel terreno. Ha ragione anche chi vorrebbe il meglio per i propri figli, pur non avendo una condizione economica agevole.
Un ragionamento corretto e scorretto allo stesso tempo, sintomo di un popolo che soffre, non solo per la discesa in serie B.