Cronache di un’annuncite strumentale. Dalla banda ultralarga alle ecoballe.
“Naturalmente Enzo mi ha chiesto dei soldi”; con queste parole Matteo Renzi ha concluso il suo intervento alla direzione del Pd per annunciare che in tre anni risolverà il problema delle Ecoballe in Campania.
Il Renzismo diventa green! Dalle balle alle Ecoballe in men che non si dica. Ogni occasione è buona per far propaganda … e allora perché non sfruttare il dramma di una terra martoriata da un disastro ambientale di enormi proporzioni e dalla criminalità organizzata?
Alla fine Renzi non ce l’ha fatta a non promettere più di quanto può realizzare e la linea dello Spin doctor Filippo Sensi ha avuto il sopravvento. Ha vinto – come sempre – l’annuncite.
Non è che Renzi ha dovuto faticare poi molto, gli è bastato prendere a prestito un annuncio di De Luca del 22 giugno scorso e farlo suo; massima demagogia col minimo sforzo.
Se ne è guardato bene dal parlare di ecomafie, di desertificazione industriale e di crescita ai livelli del 1976. A coprire di nulla i vergognosi dati presentati dallo Svimez ci ha pensato il ministro Federica Guidi che ha promesso miliardate di euro (90 per l’esattezza).
A questo punto è importante precisare da dove dovrebbero arrivare i soldi per il sud: precisiamo che nell’ intervista a Repubblica il ministro Guidi ha parlato al futuro, tempo che carica di doverose incertezze tutte le buone intenzioni: “Il ministero lancerà una proposta di modello strategico e industriale per i prossimi anni, che passerà attraverso una consultazione pubblica con investitori anche esteri che ultimamente hanno mostrato un forte interesse per l’Italia”.
Questa proposta, secondo il ministro, dovrebbe rappresentare un nuovo piano Marshall (la parola ad effetto è un must del renzismo) della durata di 15 anni.
Va detto che 50 miliardi ci sarebbero già: è dal 2007 che l’Ue congela i fondi per le zone meno sviluppate, soldi destinati a tornare indietro perché non spesi. Ma per non perderli del tutto lo stato cosa farà? Gli cambierà destinazione – oggi la chiamano mission -, cioè assicurerà a Bruxelles che saranno utilizzati per altri scopi: non c’è il tempo per creare infrastrutture fisiche? Nessun problema! Si passerà a quelle di concetto, ad infrastrutture virtuali: ed ecco che spunta il piano per la banda ultralarga di 12 miliardi di euro. Perché perdere soldi mai spesi e rimasti congelati perché gli amici degli amici non se li sono saputi “onestamente” spartire? E’ un peccato!
Andato letteralmente in malora il finanziamento del Fondo Europeo per la coesione e lo sviluppo per il settennio 2007-2014 lo stato ora aspetta quello 2014-2020, circa 54 miliardi di euro. Bei soldi, tanti soldi, troppi soldi per non allettare un bel po’ di gente, anche gente poco raccomandabile.
Quindi i soldi che Enzo ha chiesto a Matteo non sono di Matteo, bensì nostri, e molti ci sono già ma non possono essere spesi perché congelati dall’Unione Europea.
Ora veniamo al frettoloso e necessario attacco di annuncite per le Ecoballe in Campania, perché di questo di tratta: nessuno ce lo ha detto ma bisogna fare presto perché ci sono in ballo soldi, sanzioni e scadenze.
Fino ad oggi in Campania si sono accumulate 6 milioni di tonnellate di ecoballe suddivise in 33 siti, 11 privati e 22 in società di pertinenza provinciale, molte delle quali non solo poco limpide ma anche dal destino incerto visto che – formalmente – le province non esistono più.
Questo disastro ecologico ci costa circa 16 milioni all’anno ma può arrivare a costarci molto di più; infatti la Campania è stata condannata e sanzionata di 20 milioni di euro dalla Corte di Giustizia Europea per non aver rispettato la normativa per la gestione dei rifiuti; un’ infrazione che peserà non poco nei bilanci regionali in quanto la Commissione europea ha inoltre rifiutato di pagare i contributi finanziari per la gestione dello smaltimento.
Bisogna quindi correre ai ripari e in breve tempo, soprattutto in vista del nuovo piano settennale, altrimenti si rischia non solo una nuova sanzione per le 48 discariche abusive censite che ancora infestano la regione, ma anche l’esclusione dai fondi europei per la bonifica.
Resta a questo punto una domanda: si possono smaltire in soli tre anni 6 milioni di tonnellate di ecoballe accumulate in Campania dal 2000 a oggi?
Per cercare una risposta possiamo ricorrere proprio al ministro dell’Ambiente Galletti (non certo un gufo) il quale ha dichiarato che con il sistema della termovalorizzazione si renderebbe necessaria la costruzione di un impianto “ad hoc”, da realizzare in tre anni (nella zona di Giugliano) per poi procedere allo smaltimento dei rifiuti; un’operazione che richiederebbe – a detta del ministro – almeno 14 anni, fino al 2033. Dunque questa strada non è percorribile. Allora come fare?
Per restare nei tre anni – continua Galletti – si può procedere solo in un modo e cioè attraverso una semplice “messa in sicurezza pseudo-permamente” delle eco balle. I rifiuti non verrebbero smaltiti ma stipati in più siti trasformati in “discariche a norma”, una pezza a colori al prezzo modico di 280 milioni di euro, nonché una ghiotta occasione per le ecomafie.
Con ogni probabilità questa è la soluzione immaginata da Renzi e De Luca, non a caso il neo Presidente della Regione Campania ha candidato l’ormai ex cementificio di Salerno come possibile sito per la messa in sicurezza di parte delle eco balle suscitando non poche perplessità e proteste nella sua amata città.
Ecco come il presidente del consiglio vuole liberare la Campania dalle Ecoballe, stipandole in discariche a norma.
Ad onor del vero va detto che questo sistema è adottato anche in altri paesi dell’eurozona, in Germania ad esempio, e in alcuni casi i biogas prodotti e trattati nelle discariche generano anche profitto, ma siamo sicuri che in Campania possa funzionare?
Innanzitutto sono le stesse ecoballe ad essere altamente pericolose, in quanto i materiali compostati sono di diversa natura e mischiati tra loro ed è quindi pressoché impossibile trattarli in modo differenziato, qualunque sistema di smaltimento – o conservazione – potrebbe rivelarsi non solo fallimentare ma altamente tossico.
In secondo luogo la criminalità organizzata tenterà quasi certamente di inserirsi nell’affare delle bonifiche, come denuncia il rapporto del febbraio 2015 di Legambiente: “In generale, le bonifiche sono particolarmente ghiotte per i clan perché fanno girare un sacco di soldi. Soprattutto durante le emergenze, sapendole sapientemente piegare dalla loro parte. Le terre contaminate sono tra le più costose da smaltire, e questo lo sanno bene i clan. Enormi cifre da fatturare e riscuotere. Cifre utili – non sono per accumulare altro denaro – anche per riciclare quello già accumulato con affari illeciti.”
Vista la drammaticità della situazione si può tranquillamente affermare che l’annuncite di Renzi pecca di faciloneria e “strumentale” leggerezza, qualità alle quali ci stiamo tristemente abituando. Decenni di Berlusconi ci hanno colpevolmente preparati e assuefatti alla triste consuetudine dei nostri mediocri politici di mettere sotto il tappeto della demagogia la loro irrecuperabile inadeguatezza.
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fonte foto: Mauro Biani
tag: Ecoballe, rifiuti, campania, Renzi, De Luca, Guidi, Galletti, ecomafie, camorra, sud, questione meridionale, mezzogiorno, terra dei fuochi, legambiente