Come mostra l’Osservatorio sicurezza nelle scuole dell’associazione Cittadinanzattiva, in Italia gli edifici scolastici sono fatiscenti: dal novembre del 2023 i crolli nelle scuole italiane registrati dall’Osservatorio sono stati 56 e in molti casi non si è sfiorata la tragedia per puro caso. Sembra ovvio che in assenza di validi investimenti volti alla lungimiranza, partendo dalla messa in sicurezza degli edifici scolastici, la popolazione studentesca italiana continuerà ad essere in serio pericolo. Forse, sarebbe opportuno considerare che il saldamente difeso obiettivo di fare più figli, in un periodo storico in cui il tasso di natalità è ai minimi storici, dovrebbe essere incentivato soprattutto garantendo la sicurezza delle future generazioni. Del resto, in quanti sono disposti a fare dei figli con il rischio di vederli andare a scuola per non tornare mai più?
La gravità dei crolli nelle scuole italiane: il report dell’Osservatorio sicurezza per l’associazione “Cittadinanzattiva”
I dati dell’Osservatorio sicurezza nelle scuole confermano la fatiscenza degli istituti pubblici su tutto il territorio nazionale. Da nord a sud, i crolli nelle scuole italiane non hanno risparmiato nessun ordine e grado, coinvolgendo scuole dell’infanzia, scuole secondarie e istituti di istruzione superiore. L’ultimo cedimento dell’anno scolastico 2023-2024 è stato registrato nella Secondaria di I grado “Marco Polo” di Palese (Bari). In quel caso, il crollo non ha coinvolto gli alunni perché il dirigente scolastico fece preventivamente sgomberare l’aula allarmato dalle crepe comparse sul soffitto.
L’11 aprile 2024 ad Avola (Siracusa), è stata sfiorata una tragedia, poiché in un’aula dell’Istituto comprensivo “Giuseppe Bianca” è crollato il soffitto di un’aula poco prima dell’inizio delle lezioni. A Cuneo il Liceo Scientifico sembra essere continuamente inagibile, mentre in provincia di Savona si staccano i ventilatori dal soffitto degli asili, mettendo a rischio la vita di bambini che non hanno neanche 5 anni.
Del resto, quasi la metà degli edifici scolastici presenti sul territorio è stata costruita prima del 1976, quindi non dovrebbe sorprendere la frequenza dei crolli nelle scuole italiane, dato che la mancanza di investimenti volti a migliorare l’edilizia scolastica sul lungo periodo avvalendosi della lungimiranza, ad esempio volgendo umilmente lo sguardo alle politiche di Stati più virtuosi in materia, per evitare costosi interventi di riparazione in futuro e soprattutto di mettere a repentaglio la vita dei cittadini, soprattutto dei più piccoli.
Le storie di chi è morto tra i banchi di scuola: da Vito Scafidi al terremoto di San Giuliano di Puglia
Era il 22 novembre del 2008 Vito Scafidi, diciassettenne studente della classe IV al Liceo Darwin di Rivoli, venne ucciso dal crollo di un controsoffitto. Altri 17 compagni vennero feriti e il migliore amico di Vito, Andrea Macrì, quel giorno perse totalmente l’uso delle gambe. La morte di Vito portò le istituzioni ad istituire il 22 novembre la “Giornata Nazionale per la Sicurezza Scolastica” presentata dal Partito Democratico e fortemente voluta da Cittadinanzattiva.
Nel terribile 31 ottobre del 2002, a San Giuliano di Puglia morirono 27 bambini di prima elementare e la loro maestra, la classe 1996 del comune molisano perì sotto l’edificio scolastico collassato a causa di un terremoto. Una tragedia di tale portata è andata a colpire l’intera comunità, che non potrà mai dimenticare il dolore di una perdita così grande.
L’Italia è un territorio sismico, la “fortuna”? I terremoti più devastanti degli ultimi anni sono avvenuti di notte
Un fatto certo è che il territorio italiano è un territorio sismico: dal Terremoto dell’Aquila del 2009 a quello di Amatrice del 2016, gli edifici scolastici sono stati rasi al suolo e se nelle scuole italiane in quelle occasioni non ci sono state vittime è solo perché i terremoti sono avvenuti di notte o in momenti in cui non era prevista la presenza degli studenti in classe.
La fatiscenza degli edifici scolastici si aggiunge alle particolarità del territorio nazionale che potrebbe tremare da un momento all’altro. Quindi, non solo i controsoffitti potrebbero crollare all’improvviso mettendo in serio pericolo la vita degli studenti a causa della scarsa agibilità della maggior parte degli edifici scolastici pubblici, ma il rischio che ciò accada è amplificato dall’alta sismicità dell’Italia.
Purtroppo, sembra che in questo Paese si abbia la necessità di aspettare la tragedia prima di agire realmente. Quando accadrà la colpa però non dovrà essere attribuita all’edificio fatiscente, al terremoto o al destino, perché tutte le responsabilità sono state, sono e saranno delle persone che nell’esercizio delle funzioni pubbliche e consapevoli del rischio che corrono ogni giorno gli studenti non sono in grado di agire in un’ottica di reale prevenzione e messa in sicurezza delle scuole pubbliche italiane di ogni ordine e grado.