All’incontro “Carcere in Piemonte: criticità vecchie e nuove” in Consiglio Regionale, è stato presentato l’ottavo dossier del Garante regionale dei detenuti sulle criticità delle carceri piemontesi. Tra i temi ci sono edifici spesso fatiscenti e sovraffollati e la sanità penitenziaria carente. Dei 166 milioni di fondi straordinari stanziati dal ministero per la manutenzione degli istituti di pena, nulla è stato assegnato al Piemonte.
I fondi di manutenzione delle carceri
In occasione dell’incontro “Carcere in Piemonte: criticità vecchie e nuove” è stato presentato l’ottavo Rapporto delle criticità strutturali e logistiche delle tredici carceri per adulti e dell’istituto penale minorile. Un dossier presentato dal Garante regionale dei detenuti insieme al coordinamento dei Garanti comunali. Tra i temi delle criticità delle carceri piemontesi si è riscontrato edifici fatiscenti e sovraffollati e carenza di sanità penitenziaria oltre che di personale penitenziario.
Nelle carceri piemontesi negli ultimi tempi sono stati riscontrati abusi, aggressioni, droga diffusa e traffici illeciti. Ci sono state diverse segnalazioni finite sotto inchiesta dalla magistratura, con accuse severe, anche su segnalazione dei garanti dei detenuti.
Nella presentazione delle criticità delle carceri piemontesi, Bruno Melano, il Garante regionale dei detenuti, esordisce:
Per ora il Piemonte non ha ricevuto nulla dei 166 milioni di fondi straordinari messi a disposizione dal Ministero delle Infrastrutture per la manutenzione straordinaria delle carceri italiane.
Infatti, il 6 novembre 2023 il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha approvato uno stanziamento di 166 milioni di euro per intervenire nella ristrutturazione e manutenzione di alcune carceri italiane. Nel momento dell’illustrazione dei dati, i garanti hanno lamentato che dei 166 milioni nulla sia stato assegnato al Piemonte. Nonostante siano 13 le carceri che ne avrebbero un bisogno urgente, insieme al carcere minorile Ferrante Aporti, per un totale di 4,200 detenuti.
Nel carcere di Torino, Lorusso Cutugno, l’Ufficio del Garante della città, ha rilevato forti criticità strutturali in seguito a numerose visite nell’istituto. Tra le criticità si riscontra una condizione di inagibilità dei locali della doccia, con le pareti della maggior parte delle sezioni coperte di muffa, soffioni che non funzionano e un grandissimo spreco dell’acqua a causa del malfunzionamento degli accessori di rubinetteria.
Oltre a queste problematiche una delle criticità delle carceri piemontesi è l’inadeguatezza nella dotazione del personale, mancano figure, come la polizia penitenziaria, psicologi e mediatori culturali, che potrebbero contribuire a sanare il problema principale, ovvero la mancanza di un progetto di trattamento diversificato.
I casi delle criticità delle carceri piemontesi
Tutti i garanti dei vari capoluoghi piemontesi sono d’accordo sulla drammatica situazione e sulle criticità delle carceri piemontesi. Nel corso dell’incontro diversi garanti hanno riportato le difficoltà dei propri istituti.
Monica Cristina Gallo, garante comunale di Torino, ha voluto sottolineare come, nel caso del carcere Lorusso Cutugno, bisognerebbe spostare altrove le sezioni dei 40 detenuti ad alta sicurezza e dei 15 collaboratori di giustizia. Inoltre, ha parlato anche dell’acqua, problematica non solo di Torino ma è una delle criticità delle carceri piemontesi in generale:
Nel carcere torinese la bolletta annua per l’acqua vale milioni di euro, che si potrebbe risparmiare con una manutenzione dell’impianto idrico delle docce.
Oltre a sottolineare il problema del malfunzionamento dell’acqua, Gallo ha dichiarato:
Registriamo la presenza di numerosi detenuti con problemi psichiatrici elevati, ma totalmente ignorati dal sistema sanitario poiché non godono di una particolare attenzione
Pietro Luca Oddo, garante di Vercelli, accusa, in particolare, la carenza di personale, affermando come “ci siano in servizio poco più di 100 agenti di polizia penitenziaria su una pianta organica di 200”. Anche Raffaele Orso Giaccone, garante comunale di Ivrea, sottolinea questa tendenza di aumento dei detenuti e diminuzione del personale. La mancanza di personale viene sottolineata anche dal garante comunale di Asti, che mostra anche il problema del sovraffollamento e della mancanza di acqua calda nella maggior parte delle celle e i numerosi problemi di infiltrazione.
Oltre a questa serie di criticità delle carceri piemontesi è importante anche dare uno sguardo all’Istituto minorile Ferrante Aporti, che beneficerà di oltre 25 milioni di euro dal Pnnr per lavori di efficientamento. L’architetto Cesare Burdese lancia però un allarme:
Bisogna ripensare gli spazi alla luce dell’umanizzazione e della rieducazione dei minori detenuti: un investimento multimilionario che mira soltanto all’efficientamento energetico non lo riscatterà dell’essere al limite dell’incostituzionalità