La tecnologia e i social network ormai hanno invaso ogni aspetto della vita, compresa la sfera religiosa.
Non sempre in modo positivo.
Basta girare un po’ sui social network per essere sommersi da una marea di immagini religiose. E accanto alle immagini non può mancare la scritta “Metti mi piace se credi in Maria o in Gesù“. Perché mettendo un like sicuramente Dio nota la nostra presenza e comprende la nostra fede. Per ricevere qualche (effimero) riconoscimento su Facebook è necessario scomodare il divino? Per il cristiano 2.0 sì.
Condividi o non sei cristiano
I santini che un tempo si distribuivano in chiesa sono sostituiti dalle immagini online. In questo modo la religione esce dallo spazio privato per entrare in quello pubblico: tutti devono sapere quanto il cristiano sia devoto. Per fortuna su Facebook esistono centinaia di pagine religiose che offrono il giusto materiale da condividere.
Ma c’è anche chi ne inventa di proprie e mostra tutta la sua fantasia devozionale. La foto di una torta fatta con tanto amore e con la scritta Gesù (forse in occasione del compleanno a Natale?) finisce su Facebook.
Le preghiere 2.0
Non solo foto. Se non si superasse il limite delle foto non ci sarebbe nulla di male: di pessimo gusto, certo, ma in fondo sono scelte personali. Invece, si sono digitalizzate anche le preghiere e sono diventate delle catene di S. Antonio, del genere: “Un uomo è gravemente malato e non può curarsi. Prega per lui e manda questo messaggio a tutti i tuoi contatti perché altra gente lo faccia“. Un modo efficace per arrivare direttamente a Lui, chissà se legge i messaggi.
Per il cristiano più tradizionale ma sempre 2.0 non può mancare il supporto audio nella preghiera. Ecco allora un nuovo aiuto dalla tecnologia: il rosario elettronico. Un video su youtube ne illustra le caratteristiche: “una richiesta da parte di Gesù di diffondere una certa preghiera, in grado di avvolgere con la sua misericordia tutte le anime che la reciteranno“. Perché non comprarla se è una Sua richiesta? In fondo costa solo 59,90 euro (come in ogni buona operazione di marketing non può mancare la cifra decimale). Un’occasione imperdibile: è l’unico e originale.
Le app per il cristiano modello
Infine, non possono mancare le app per il credente perfetto. La più gettonata è Dio orologio (che sembra quasi una bestemmia) in cui il volto di Cristo è incastonato tra le lancette dell’orologio. Ma ne esistono molte altre, come “Dio sfondo animato” e “tastiera di Cristo di Dio“, tanto per citarne due.
Alla vista di tutto ciò sorge spontanea una domanda: ma dove ha imparato a pregare il cristiano che scarica certe applicazioni o vanta sulla propria bacheca immagini religiose? Di certo non dal Vangelo, dove sta scritto:
Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
(Matteo 6, 5-8)
La piazza virtuale si è sostituita a quella reale, ma il risultato non cambia, anzi viene amplificato: un’ipocrisia sbandierata ai quattro venti. Tutto è all’insegna dell’apparenza ormai e allora perché non anche la fede? Ostentare la propria fede ben si coniuga con la società moderna, ma è incompatibile con l’essenza pura del Cristianesimo e si traduce in semplice superficialità. Il vero cristiano è molto di più.
Camilla Gaggero