Un nuovo capitolo di tensioni nella già instabile penisola coreana si è aperto con il recente scambio di colpi di artiglieria tra Corea del Nord e Corea del Sud. La situazione ha raggiunto livelli critici, innescando un’evacuazione preventiva nelle isole di Yeonpyeong e Baengnyeong, mentre entrambe le nazioni si ritrovano di fronte a un pericoloso bivio. Nella crisi tra le due Coree si sperimenta un clima di crescente incertezza, tra sviluppi recenti e implicazioni di questa nuova crisi – che sembra ritornare dal passato – che potrebbe avere ripercussioni significative non solo nella regione, ma a livello globale.
Evacuazione preventiva nelle isole minacciate
La crisi tra le due Coree, di antica durata e memoria, è oggi scenario di nuove tensioni tra il Nord e il Sud. L’escalation politica e militare ha portato all’ordine di evacuazione delle isole di Yeonpyeong e Baengnyeong, dopo che il regime di Pyongyang ha sparato oltre 200 proiettili di artiglieria al largo della sua costa occidentale.
Il Ministero della Difesa di Seul ha confermato l’aggressione nordcoreana, indicando che i colpi sono stati concentrati nelle aree Jangsan-got dell’isola settentrionale di Baengnyeong e nel nord dell’isola di Yeonpyeong. Le autorità locali di Yeonpyeong hanno emanato un avviso di evacuazione, definendo la misura come “prevenzione” contro potenziali attacchi. Situata nel Mar Giallo, a 80 km a ovest di Incheon e 12 km a sud della costa nordcoreana di Hwanghae, Yeonpyeong era già stata teatro di un attacco nordcoreano nel 2010, che causò la morte di quattro persone. Dai documenti di risposta del Ministero della Difesa sudcoreano, si minacciano delle prese di posizioni in risposta agli attacchi di artiglieria massiccia.
Reazioni di Seoul e appello della Cina alla moderazione
Il Ministero della Difesa sudcoreano ha classificato l’azione nordcoreana come “provocatoria” e ha avvertito che prenderà “misure appropriate” in risposta. La crisi tra le due Coree non è quindi destinata, almeno nello scenario di queste ultime ore, a scemare. La storia che lega i due Stati è molto forte rispetto a tutti gli spiragli di pace e cooperazione che si sono stati creati.
In risposta alle cannonate di Pyongyang, l’esercito sudcoreano ha condotto un’esercitazione sparando proiettili veri con l’artiglieria contro Yeonpyeong. Questo scambio di fuoco è il primo dall’incidente di novembre, quando i due paesi si sono ritirati da un accordo per evitare incidenti militari. La Cina, coinvolta in qualità di attore chiave nella regione, ha chiesto “moderazione” da entrambe le parti, esortando a evitare azioni che possano intensificare la tensione. La Cina infatti si trova al centro di interessi geopolitici e militari, di mercato e di cooperazione finanziaria. La crisi tra le due Coree infatti si sta consumando proprio nella regione più limitrofa alla potenza globale cinese, cioè il Mar Giallo.
Contesto di relazioni tese e sospensione di accordi militari
Questo nuovo episodio di violenza e crisi tra le due Coree – quanto più sistemica – si inserisce in un quadro di deterioramento delle relazioni tra le due Coree. Nel dicembre del 2022, il leader nordcoreano Kim Jong Un aveva avvertito della possibilità di una guerra imminente nella penisola coreana. Le tensioni erano cresciute quando la Corea del Nord aveva interrotto l’accordo del 2018 che prevedeva un allentamento delle operazioni militari al confine. L’ultimo sviluppo ha seguito la decisione della Corea del Sud di sospendere temporaneamente l’accordo, nel novembre del 2023, in risposta al lancio di un satellite di ricognizione militare da parte della Corea del Nord, un atto condannato dalle Nazioni Unite.
Conseguenze e monitoraggio della crisi tra le due Coree
Nonostante l’esercito sudcoreano abbia assicurato che i colpi nordcoreani non abbiano causato danni significativi, la crisi tra le due Coree è pericolosamente in aumento. Il mondo osserva con attenzione la situazione, consapevole delle implicazioni globali di un possibile conflitto in questa regione sensibile. La comunità internazionale spera che il dialogo sostituisca la retorica bellica, ma la situazione rimane instabile, richiedendo una gestione prudente e diplomatica per evitare ulteriori escalation.