Crisi politica in Canada: si chiedono le dimissioni del governo di Justin Trudeau

European Parliament from EU, CC BY 2.0 , via Wikimedia Commons crisi politica in Canada

L’instabilità politica ed economica canadese

Lunedì, la vicepremier e ministra delle Finanze canadese, Chrystia Freeland, ha annunciato le sue dimissioni dal governo guidato da Justin Trudeau. La decisione che sta alimentando l’ingente crisi politica in Canada, è stata maturata dopo forti disaccordi con il primo ministro. Le dimissioni infatti giungono in un momento di particolare difficoltà per il leader canadese e il suo partito liberale, già sotto pressione per la perdita di consenso e il deterioramento delle alleanze politiche.

Il governo di Trudeau si trova ora a fare i conti con un deficit di bilancio più elevato del previsto e crescenti tensioni interne che potrebbero portare a elezioni anticipate. Nonostante la possibile anticipazione, l’impopolarità attuale di Trudeau che sta esasperando la crisi politica in Canada avrebbe – forse – termine nell’ottobre del 2025, il mese in cui sono previste le normali elezioni.

Le divergenze economiche tra Freeland e Trudeau

Al centro della rottura tra Freeland e Trudeau vi è la gestione della risposta economica ai dazi annunciati dal presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump. Mentre Freeland insisteva sulla necessità di mantenere i conti pubblici in ordine, evitando spese straordinarie, Trudeau aveva proposto misure come sgravi fiscali e assegni una tantum da 250 dollari canadesi per i lavoratori, giudicati dall’ex ministra come «costosi espedienti politici».

Nella sua lettera di dimissioni, Freeland ha ribadito che tali politiche rischiano di mettere a repentaglio la capacità del Canada di reagire alle sfide economiche future, inclusa la minaccia dei dazi del 25% sui beni canadesi promessa da Trump.

Il deficit di bilancio e le sfide economiche

Le questioni economiche che hanno alimentato la crisi politica in Canada non sono però finite. Le dimissioni di Freeland precedono la pubblicazione dei dati economici più recenti, che evidenziano un deficit di bilancio di quasi 62 miliardi di dollari canadesi – circa 41 miliardi di euro -, ben al di sopra delle stime iniziali di 40 miliardi di dollari.

Questo disavanzo rappresenta una sfida cruciale per il governo, già impegnato a fronteggiare le incertezze legate alle relazioni commerciali con gli Stati Uniti. Freeland, durante il suo incarico, aveva cercato di contenere la spesa pubblica proprio per riservare risorse utili a contrastare l’impatto delle tariffe commerciali statunitensi.

Una crisi di leadership per Trudeau

Le dimissioni di Freeland hanno avuto un effetto domino all’interno del Partito Liberale. Lunedì pomeriggio, otto parlamentari liberali hanno pubblicamente chiesto le dimissioni di Trudeau, un segnale della crescente insoddisfazione interna verso il primo ministro. Anche Jagmeet Singh, leader del Nuovo Partito Democratico (NDP), ha espresso critiche nei confronti di Trudeau, sottolineando la necessità di un cambiamento.

Sebbene l’NDP avesse inizialmente sostenuto il governo liberale, l’accordo informale tra i due partiti è stato abbandonato lo scorso settembre, rendendo difficile per i Liberali ottenere i voti necessari per approvare leggi fondamentali.

I numeri della crisi nei sondaggi

A livello nazionale, i sondaggi riflettono la crisi politica in Canada affligge di molto il consenso del Partito Liberale, che raccoglie solo il 22% delle preferenze, contro il 43% del Partito Conservatore guidato da Pierre Poilievre. L’NDP si attesta intorno al 19,5%, consolidando la sua posizione come terza forza politica.

Questo scenario mette ulteriormente sotto pressione Trudeau, che si trova a dover valutare tre opzioni: mantenere il potere fino alle elezioni previste per ottobre 2025, dimettersi da leader liberale per favorire una nuova leadership, o convocare elezioni anticipate. Tuttavia, Trudeau ha finora escluso l’ipotesi di lasciare il suo ruolo.

La fenomenologia di Justin Trudeau: un premier in declino

Justin Trudeau è al potere dal 2015, quando i Liberali ottennero una storica vittoria elettorale. Tuttavia, dal 2019 il partito non ha più la maggioranza in parlamento e deve fare affidamento su alleanze instabili per governare.

Nonostante alcuni successi, come la ripresa economica post-pandemia, Trudeau ha visto diminuire progressivamente il suo consenso, anche a causa di una serie di scandali e controversie che hanno minato la sua immagine pubblica.



Le dimissioni di Freeland segnano un punto di svolta per il governo Trudeau, che si trova ora a fronteggiare una crisi politica in Canada che si estende alla materia economica ed è, dalla sua elezioni, senza precedenti.

La nomina di Dominic LeBlanc come nuovo ministro delle Finanze rappresenta un tentativo di contenere i danni. Con una leadership contestata e un panorama politico sempre più frammentato, il Canada potrebbe essere diretto verso un periodo di instabilità che potrebbe culminare con elezioni anticipate.

Lucrezia Agliani

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