A Trieste va in scena il primo trilaterale Gentiloni, Macron e Merkel. Sul banco una questione spinosa e di estrema attualità: la distribuzione del carico di migranti a carico dei paesi dell’Unione. L’incontro è durato poco meno di un’ora.
I paesi UE non vogliono aprire i porti
La questione è ormai nota: Roma accusa gli altri Paesi UE di aver lasciato all’Italia un compito troppo pesante per combattere la crisi migratoria e sollecita da tempo l’apertura dei porti europei per far sbarcare anche in altri Paesi membri i migranti salvati in mare dall’operazione Triton. Il Viminale certifica un nuovo record di sbarchi sulle nostre coste: 85.217, con un aumento dell’8,90% rispetto all’anno scorso, ma la situazione è complicata. Come sottolineato dal direttore di Frontex Fabrice Leggeri, gli altri Stati membri non si dichiarano disponibili a modificare la propria posizione sul punto, non permettendo quindi la soluzione più immediata e sensata per ridurre l’emergenza in tempi brevi.
Gentiloni: «un’Unione europea più coesa e più forte»
Nel corso del meeting, Gentiloni ha specificato che la richiesta di una politica migratoria comune non sia più prorogabile. Per il premier serve «un’Unione europea più coesa e più forte, come garanzia di stabilità e pace». «L’Italia continuerà a fare la sua parte su soccorso e accoglienza ma allo stesso tempo si batte perché la politica migratoria non sia affidata solo ad alcuni Paesi».
Se l’Italia si lamenta, la Francia fa (parziale) ammenda. Macron riconosce le lacune dell’approccio francese ed esprime solidarietà: «la Francia non ha sempre fatto la sua parte per quanto riguarda i rifugiati, stiamo accelerando i processi e lo faremo». Angela Merkel, invece, si complimenta con l’Italia per il lavoro fatto con i migranti, specialmente «nella registrazione e nell’accoglienza dei profughi». Per Gentiloni i risultati «sono ancora insufficienti», così come sotto le aspettative è stato l’esito complessivo del meeting, nonostante l’approccio degli interlocutori abbia parzialmente soddisfatto il presidente del Consiglio.
Macron: «Non possiamo accogliere uomini e donne che per motivi economici»
Oggetto del contendere anche il dibattito sulla differenza fra migranti economici e profughi. Macron si è scagliato con forza contro la prima categoria («Non possiamo accogliere uomini e donne che per motivi economici»), come già aveva fatto due settimane fa a Berlino nell’incontro preparatorio al G-20. Secondo il presidente transalpino, il numero dei migranti economici sarebbe l’85% del totale e metterebbe a rischio la ‘’classe media francese’’. Gentiloni insiste invece sulla necessità di «non ignorare la la realtà delle grandi migrazioni». Il premier concorda con Macron sull’opportunità di distinguere le due categorie, ma riconosce che gli spostamenti «non sono provocati solo da guerre».
Frontex apre alle modifiche della normativa sui porti
Il giorno prima del meeting la questione migranti è stata affrontata di nuovo a Varsavia in sede Frontex. L’Italia ha richiesto ancora una volta di aprire i porti UE alle navi in arrivo dal Mediterraneo Centrale. In questa occasione si è avuto un leggero passo avanti. L’agenzia europea ha aperto alla revisione delle operazioni di Triton, dando disponibilità a sviluppare il codice di condotta per le navi delle Ong che l’Italia sta mettendo a punto.
L’apertura ha soddisfatto il Viminale, che ora attende l’apertura di un gruppo di lavoro interno all’agenzia per capire cosa si possa effettivamente modificare per rivedere il concetto operativo di Triton. Dovranno essere prese in considerazione anche le decisioni raggiunte sul punto a livello politico da parte della Commissione europea. Proprio sul piano politico si gioca buona parte della partita. Su quel versante Frontex non può intervenire e quindi l’accordo univoco fra gli Stati è l’unica opzione affinché l’agenzia possa prevedere l’adozione del piano operativo made in Italy.
Fabio Ravera