Crisi di governo: tutte le possibili strategie di Salvini

crisi di governo: le strategie di Salvini

Salvini ha deciso di aprire la crisi di governo, dopo il voto sulla TAV che ha visto le due forze della maggioranza schierarsi su posizioni contrarie. Tuttavia il governo giallo-verde nei suoi 14 mesi di vita aveva fatto dello scontro interno alla maggioranza il suo pane quotidiano. La stampa e l’opposizione hanno più volte lanciato l’allarme di una crisi di governo, ma i due vicepremier hanno sempre minimizzato ogni tensione ribadendo di aver promesso un governo duraturo. Non appena i parlamentari hanno iniziato le loro vacanze però Matteo Salvini ha cambiato idea ed ha deciso che quell’esecutivo gli stava dicendo troppi “No”. 

A sorprendere non è che un partito al 40% abbia scelto di uscire da un’alleanza con chi è sceso sotto il 15% ma continua ad avere la maggioranza in Parlamento, piuttosto ci si chiede perché non l’abbia fatto prima. Il tempismo di Salvini nell’apertura della crisi di governo apre domande soprattutto per l’avvicinarsi della legge di bilancio.

Il leader leghista ha chiesto il rientro immediato a Roma dei parlamentari per poter procedere il più velocemente possibile al voto, assecondando gli ultimi sondaggi. L’intenzione dichiarata è dunque quella di fare il premier senza i cinque stelle, non escludendo una collaborazione con Meloni e Berlusconi.


 

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C’è qualcosa però che non quadra nelle parole di Salvini perché i futuri passi della crisi di governo, dalla parlamentarizzazione al ruolo del Capo dello Stato, non permettono di votare in tempo per la legge di bilancio. Si tratterebbe di un provvedimento particolarmente spinoso, dato che c’è in ballo l’aumento dell’Iva dal 22 al 25%. Tra l’altro la motivazione della TAV non regge considerando che la Lega in questi 14 mesi ha avuto scontri più accesi con i pentastellati, basi pensare al tema dell’autonomiaIl leader leghista dice di essere pronto a fare la manovra e rilancia la flat tax al 15%.

Rimane da chiedersi cosa voglia ottenere la Lega da questa crisi di governo.

La prima opzione è che il leader leghista sia bluffando. Mentre chiede a gran voce che la parola sia data agli italiani in realtà spera nella formazione di un governo “di palazzo” che si prenda la responsabilità di una politica di austerità. Questo darebbe alla Lega il materiale per una campagna elettorale che, visti i numeri che girano attorno al partito, potrebbe poi consegnarli la maggioranza in Parlamento. Salvini inizierebbe ad accusare dei presunti poteri più forti di lui di averlo messa da parte per tornare a truffare la povera ed onesta gente italiana. Il rischio di questo bluff però è alto. Se il governo tecnico durasse altri 4 anni per il leader leghista diventerebbe difficile mantenere alta l’attenzione su se stesso. Il rischio è che la retorica salviniana perda automaticamente la sua efficacia.

Salvini sarebbe riuscito a salire fino al 34% delle europee se non fosse stato Ministro dell’interno? La campagna del “prima gli italiani” fatta di slogan e termini allarmanti avrebbe avuto la stessa risonanza mediatica se non fosse stato al governo?  

La seconda opzione è che faccia parecchio sul serio.  Il suo intento potrebbe essere costituire un governo sovranista affiancandosi alla Meloni e sforare il tetto europeo del deficit con la legge di bilancio, dando ai suoi elettori la flat tax senza aumento dell’Iva. C’è quindi la possibilità che Salvini voglia veramente le elezioni per iniziare una battaglia con l’UE. Come già detto però è impossibile formare un nuovo Parlamento prima del termine ultimo di presentazione della legge di bilancio in Europa. Forse quindi è proprio il leader leghista a voler essere autore di un “inciucio di palazzo” . L’intento di Salvini potrebbe essere quello di cercare velocemente  una nuova maggioranza parlamentare prima dell’autunno. Questa opzione risolverebbe anche l’eventuale contrasto tra la Lega nazionale e la Lega Nord, insoddisfatta della gestione dell’autonomia.

Sarebbe possibile un governo di stampo leghista, aggiungendo al centro destra i seggi di alcuni grillini? Possibile che ci sia una parte del M5s che, di fronte alla crisi elettorale, scelga di arruolarsi con Salvini? D’altra parte l’atteggiamento servizievole del Movimento nei confronti dell’ex alleato non potrà essere solo colpa di Di Maio ma riguarderà anche i suoi parlamentari, è possibile che questi siano pronti ad un voltafaccia?

La terza opzione è che, senza che nessuno se ne accorgesse, Salvini abbia iniziato a vedersela brutta. Tutta l’attenzione mediatica in questi 14 mesi è stata puntata sulla Lega di Salvini. Questo ha portato all’apertura di indagini che riguardano l’interno del partito dal suo passato fino al presente più recente. Consiglieri comunali, municipali e cariche regionali che rispondono alla lega si trovano in inchieste per truffe di soldi pubblici. Poi c’è il caso sollevato da Buzzfeed con i fastidiosi giornalisti che continuano a chiedere spiegazioni su Savoini e sui presunti rubli intascati dalla Lega.  Se c’è un’abilità speciale che Matteo Salvini ha dimostrato di avere in questi mesi di governo è quella della distrazione. Ci si può chiedere quindi se anche la crisi di governo sia in realtà un’arma per deviare l’attenzione degli elettori dalla situazione compromessa del partito. 

Ma siamo sicuri che Salvini possa essere dipinto come un leader in difficoltà, spaventato dalle contestazioni nel Sud Italia e dalla magistratura sempre più invasiva? Soprattutto siamo sicuri che abbia bisogno di allontanarsi un pochino dai riflettori per mantenersi l’elettorato, o forse il suo seguito ci ha già dato prova di non interessarsi a trasparenza e legalità del partito?

 

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