La crisi di Air Italy sembra essere arrivata ad un punto di non ritorno. Nei prossimi giorni i 1.450 dipendenti della compagnia aerea riceveranno le lettere di licenziamento. È quanto hanno annunciato questa mattina i commissari liquidatori, dandone notizia ai dirigenti che erano collegati in conference call da Olbia, dove ha sede l’azienda, e Milano Malpensa.
IN LIQUIDAZIONE DALL’11 FEBBRAIO
Si tratta di un altro colpo molto duro per il settore del trasporto aereo italiano, già alle prese da anni con i problemi irrisolti di Alitalia. A perdere il lavoro sarebbero 900 dipendenti attualmente in forza allo scalo milanese, mentre gli altri lavorano in Sardegna. I commissari hanno annunciato che faranno il possibile per sostenere i lavoratori. Questo almeno si legge nella nota diffusa dalla compagnia aerea, messa in liquidazione lo scorso 11 febbraio
I liquidatori hanno illustrato ai dipendenti la possibile evoluzione delle procedure di liquidazione.
L’intenzione è quella di adottare tutte le misure possibili di sostegno al reddito, compatibili a norma di legge con la procedura di liquidazione stessa.
Verranno prese in considerazione tutte le possibilità di cessione dei rami d’azienda che comprendano il possibile mantenimento di tutto o di parte dei posti di lavoro.
SARDEGNA A RISCHIO ISOLAMENTO
La situazione di Air Italy si era fatta difficile già da tempo. Il bilancio del 2019 aveva fatto registrare una perdita di 210 milioni di euro. Ma la crisi è stata forse sottovalutata anche dal governo, che ora si ritrova con un problema in più, lamentando tra l’altro di non essere stato coinvolto nelle trattative sulla liquidazione.
I rappresentanti sindacali chiedono per i prossimi giorni una convocazione dal ministero dei trasporti e da quello dello sviluppo economico, per affrontare il caso.
Intanto a rimetterci rischiano di essere i lavoratori ma anche un’intera regione, la Sardegna, che potrebbe perdere l’unico collegamento aereo con il resto del paese e con l’Europa. Una situazione allarmante, che avrebbe conseguenze pesanti soprattutto sulla prossima stagione turistica.
DINO CARDARELLI