Sono quasi 20 i paesi che ritengono il tentato suicidio un crimine da perseguire legalmente.
Il suicidio, seppure invisibile alla gran parte della società, rimane una delle principali cause di morte in tutto il mondo. C’è poi da considerare che per ogni persona che muore di suicidio, altre venti tentano di togliersi la vita, fallendo.
L’Organizzazione mondiale della sanità ha verificato infatti che ogni anno circa 700mila persone perdono la vita a causa del suicidio e molte. Il 77% di queste si trova in paesi a medio e basso reddito ed è la quarta principale causa di morte tra le persone tra i 15 e i 29 anni nel mondo. Secondo l’Oms, inoltre, l’accesso limitato alla salute mentale, fattori socio-economici come povertà, alcolismo o abuso di sostanze, problemi di salute pubblica, disastri naturali, violenze o abusi, influenzano fortemente un potenziale soggetto a rischio suicidio. Un’emergenza sanitaria globale che andrebbe prevenuta, non punita.
Criminalizzare il suicidio
Sono 17 i paesi nel mondo che ancora ritengono il tentato suicidio un reato punito anche con 3 anni di carcere.
Fortunatamente nell’ultimo anno quattro paesi hanno scelto di iniziare un percorso di depenalizzazione. Tra questi, il Ghana, dove a marzo il parlamento ha votato a favore per cambiare la legislazione in merito e dove da allora si sta cercando di portare avanti questa modifica.
Joseph Osafo è un professore di psicologia presso l’Università del Ghana, che da 20 anni si impegna in questa battaglia. Per lui, come per tanti cittadini, sarebbe un passo avanti molto importante. Fortunatamente anche Kenya, Nigeria e Uganda si stanno preparando a intraprendere questa strada.
Le leggi che puniscono il tentato suicidio sono spesso legate a princìpi morali legati alla religione. Secondo gli esperti di salute mentale sarebbero però controproducenti, ragione per cui l’aggiornamento del Piano d’azione per la salute mentale per il 2013-2030, approvato a maggio dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), dice che la decriminalizzazione aiuterebbe a ridurre le morti per suicidio nel mondo.
Secondo l’United for Global Mental Health, un’organizzazione internazionale che si occupa di salute mentale, le leggi che puniscono chi ha tentato il suicidio sono un problema:
La criminalizzazione e le pene inflitte agli individui che hanno un comportamento suicidario costituiscono un grosso ostacolo all’accesso a terapie appropriate e adeguate
La criminalizzazione del suicidio può impedire alle persone di cercare aiuto e trattamento, aumentando il rischio di danni alla salute mentale e alla vita delle persone coinvolte rendendo ancora più solo chi si sente schiacciato dal peso della vita.
Prevenzione e decriminalizzazione
Secondo un recente rapporto dell’organizzazione United for Global Mental Health e della Thomson Reuters Foundation la depenalizzazione del suicidio è stata concordata come misura efficace per aiutare a porre fine alle morti per suicidio da tutti i ministri della Salute che hanno approvato il piano d’azione per la salute mentale dell’Organizzazione mondiale della sanità.
La prevenzione al suicidio è un’importante sfida globale che richiede uno sforzo collettivo per migliorare l’accesso a servizi di salute mentale, ridurre lo stigma, aumentare la consapevolezza e promuovere il benessere mentale nelle comunità di tutto il mondo.