Crescono i reati ambientali mettendo a dura prova il mare e le coste italiane

Crescono i reati ambientali plastica sulle spiagge

Crescono i reati ambientali lungo le coste italiane che comprendono il ciclo illegale del cemento, la mala-depurazione, la pesca di frodo e altre forme di illegalità ambientale, non solo danneggiano l’ecosistema marino, ma compromettono anche la qualità della vita delle comunità costiere.

Il mare italiano è sempre più minacciato dalle illegalità ambientali, come dimostrato dai dati allarmanti raccolti nel report Mare Monstrum 2023 di Legambiente. Nel corso del 2022, sono stati registrati ben 19.530 reati ambientali lungo le coste italiane, rappresentando un aumento del 3,2% rispetto all’anno precedente. Gli illeciti amministrativi sono cresciuti ancora di più, con un aumento del 13,1%.

Nonostante l’aumento dei reati ambientali, il numero di persone denunciate e arrestate è leggermente diminuito (-4%), così come il numero di sequestri (-43,3%). Tuttavia, il problema rimane grave, e considerando sia i reati che gli illeciti amministrativi, in Italia è stata accertata una media di 8,7 infrazioni per ogni chilometro di costa, una ogni 115 metri. Questi dati emergono dai risultati di oltre un milione di controlli (precisamente 1.087.802), condotti dalle Capitanerie di porto e dalle forze dell’ordine.

Il report Mare Monstrum 2023 di Legambiente è stato diffuso proprio alla vigilia dell’anniversario della morte di Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica, brutalmente ucciso il 5 settembre 2010 per il suo impegno nella tutela del mare e delle coste del Cilento contro speculazioni e illegalità. In sua memoria, Legambiente chiede verità e giustizia e organizza una giornata commemorativa insieme al comune di Pollica, Slow Food Italia, Libera, Federparchi e Anci.

I dati dei reati ambientali lungo le coste indicano che nel 2022, il ciclo illegale del cemento è stato il reato più comune, rappresentando il 52,9% dei reati, seguito da fenomeni d’illegalità associati all’inquinamento del mare e allo smaltimento dei rifiuti. Anche la pesca di frodo è stata una causa significativa di preoccupazione, con 3.839 reati registrati. Complessivamente, il valore dei sequestri e delle sanzioni amministrative nel 2022 è stato di oltre 486 milioni di euro, sebbene con una riduzione del -22,3% rispetto all’anno precedente.

Nella classifica dei reati ambientali per regione, la Campania è al primo posto, rappresentando il 17,1% del totale nazionale, seguita da Puglia, Sicilia, Lazio e Calabria. Per quanto riguarda le infrazioni per chilometro di costa, la Basilicata è in testa, seguita dall’Emilia Romagna, Molise, Abruzzo e Veneto.

La maladepurazione rimane una delle principali emergenze ambientali, con quattro procedure d’infrazione attive dell’Unione europea nei confronti dell’Italia in materia di collettamento, fognatura e depurazione. Legambiente chiede al nuovo governo otto azioni fondamentali, tra cui il ripristino dell’efficacia dell’art. 10bis della legge 120/2020 per demolire le costruzioni abusive e il rafforzamento del contrasto alle occupazioni abusive del demanio marittimo. Si richiede anche un piano nazionale per la depurazione con maggiori risorse finanziarie e il completamento veloce degli interventi sulla rete, insieme a migliori controlli delle Agenzie regionali di protezione, la regolamentazione dello scarico in mare dei rifiuti liquidi e politiche attive per la prevenzione nella produzione di rifiuti e la tutela del mare e della costa. Infine, si chiedono adeguati interventi normativi contro la pesca illegale, non dichiarata e non documentata.

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