Continua a crescere, anno dopo anno, il numero di italiani che lascia il nostro paese per cercare fortuna all’estero. La tendenza, ormai consolidata da tempo, viene confermata dal rapporto della Fondazione Migrantes, giunto alla sua quattordicesima edizione e presentato questa mattina a Roma.
OLTRE CINQUE MILIONI DI EMIGRANTI
Secondo i dati aggiornati al 1° gennaio 2019, gli iscritti all’Aire (l’anagrafe italiana dei residenti all’estero) sono 5 milioni 288 mila 281 su un totale di 60 milioni di cittadini residenti nel nostro paese, ovvero l’8,8% della popolazione italiana. Nel 2018 sono stati oltre 128 mila i nostri connazionali che hanno deciso di andarsene. Ma se si esaminano i numeri dal 2006 ad oggi, emerge un incremento della mobilità superiore al 70%, passando da 3,1 a 5,3 milioni di persone che hanno deciso di andare a vivere fuori dai confini nazionali.
CHI PARTE
Il fenomeno migratorio riguarda principalmente il sud. Quasi la metà degli iscritti all’Aire, il 48,9%, proviene infatti dalle regioni meridionali. E a partire, spesso, sono persone che hanno un livello di istruzione medio-alto. La loro fuga contribuisce ad accentuare il divario tra questa parte d’Italia e il resto del paese. Più bassa la percentuale di chi emigra dal nord (35,5%), mentre sono il 15,6% coloro che lasciano le regioni del centro.
Quanto alle classi di età, partono soprattutto coloro che hanno tra i 35 e i 49 anni e i giovani tra i 18 e i 34 anni, ma c’è anche una quota consistente di over 65 e di minori. Gli uomini sono più delle donne, mentre i single prevalgono sulle coppie sposate. Più della metà si iscrive per espatrio, ma aumentano anche gli iscritti per nascita.
DESTINAZIONI PREFERITE
La stragrande maggioranza degli italiani residenti all’estero si divide tra il continente europeo e quello americano. Ma le aree con la presenza più nutrita sono l’Unione Europea e il Sudamerica. Non a caso la comunità più numerosa è quella argentina (843 mila persone), seguita da quella tedesca (764 mila), svizzera e brasiliana. Sono oltre 300 mila invece quelli che si trovano nel Regno Unito, meta preferita nell’ultimo anno, e che attendono con ansia di capire cosa succederà con la Brexit.
DINO CARDARELLI