UBS ha accettato di acquisire Credit Suisse Group per 3,24 miliardi di dollari in seguito al crollo in borsa di quest’ultima. Un fallimento annunciato da anni di scandali, problemi legali e stravolgimenti gestionali che hanno coinvolto l’istituto bancario svizzero.
Le autorità svizzere spiegano che l’operazione, la “migliore per riportare fiducia”, assicura stabilità finanziaria e tutelano l’economia svizzera, che si basa principalmente sui servizi finanziari e bancari. La banca centrale svizzera (SNB), infatti, ha offerto una liquidità aggiuntiva di circa 100 miliardi di dollari ad UBS per convincerla a portare a termine l’acquisizione e ulteriori 9 miliardi di franchi svizzeri per far fronte alle potenziali perdite di Credit Suisse Group.
Il salvataggio di Credit Suisse, con l’azzeramento dei titolari di bond AT1 e l’esautoramento degli azionisti di UBS, i quali non potranno esprimersi sull’operazione, spaventa i mercati. Il timore degli investitori è che ci sia un effetto domino che coinvolga altre banche. Oggi lunedì 20 marzo le borse europee aprono in rosso.
La banca svizzera è, fino ad ora, la più grande vittima dell’inasprimento della politica monetaria portata avanti dalle banche centrali per contenere l’inflazione. La tendenza era iniziata nel passato recente in seguito al fallimento della Silicon Valley Bank, il più clamoroso dopo quelli connessi alla crisi finanziaria del 2008. La dichiarazione del suo principale azionista (Saudi National Bank), il quale si è detto contrario a procedere con nuove iniezioni di capitale per sostenere l’istituto, è stato solo l’ultimo fatto ad aggravare ulteriormente la situazione.
La mancanza di leadership in Credit Suisse
Negli ultimi anni, la banca ha visto cambiare molti suoi dirigenti con una frequenza altissima e ciò ha messo sotto pressione i risultati. Rispetto al periodo pre-crisi finanziaria, il titolo è crollato di oltre il 95%.
La leadership, o la sua mancanza, sono alla base del fallimento di Credit Suisse.
Queste le parole di Thomas Bell, ex membro del consiglio di amministrazione della banca. E ancora:
Nessuno sapeva cosa stessero facendo tutte le parti, il che ha portato a una cattiva gestione del rischio e alla crisi.
Tutto ciò, oltre a numerosi scandali e problemi legali, ha minato profondamente la fiducia degli investitori. John Plassard, specialista di investimenti presso la Mirabaud di Ginevra, ha affermato:
Il settore bancario non è come qualsiasi altro settore. Una volta persa la fiducia, non è possibile ricostruirla.
Una crisi annunciata da parecchi anni. Matthew Ruesch, fondatore di Broad Creek Capital, ha dichiarato:
A Zurigo abbiamo assistito a questo fiasco al rallentatore. Abbiamo visto la banca passare da uno scandalo all’altro per così tanto tempo che a questo punto è difficile ricordarli tutti.
Ne ricordiamo alcuni in questo articolo.
Il “letto che brucia”
Le fondamenta del declino di Credit Suisse furono gettate nel 1990, quando Rainer Gut, l’amministratore delegato di quel tempo, decise di prendere il controllo del partner statunitense First Boston in cambio di una iniezioni di capitale e di una copertura per i prestiti in sofferenza. Quest’ultima aveva prestato miliardi di dollari per finanziare rischiose operazioni di buyout. Il settore, che hai tempi dall’acquisizione della First Boston era molto redditizio, collassò e uno dei finanziamenti più problematici, un prestito di 457 milioni di dollari ad una società di materassi, non andò a buon fine. L’accaduto viene da qui etichettato “il letto che brucia”.
La vicenda di Lescaudron
I frequenti cambi di gestione che Credit Suisse ha avuto, oltre ad aumentare le difficoltà gestionali e strategiche, hanno anche aumentato la pressione sui dipendenti per generare rendimenti.
Nel 2015 è stata scoperta una frode che andava avanti dal 2008, perpetrata dal private banker Patrice Lescaudron. Il dipendente iniziò a prelevare di nascosto ingenti somme di denaro dai conti di alcuni clienti, falsificandone le firme. Utilizzava i fondi indebitamente sottratti per recuperare le perdite di altri clienti.
Secondo la Finma, l’autorità di vigilanza bancaria svizzera, finché il denaro scorreva Credit Suisse assecondava Lescaudron senza porsi troppe domande. L’indagine, però, non è riuscita a provare che la banca fosse a conoscenza della frode.
Gli scandali recenti di Credit Suisse Group
Dei molti scandali riguardanti Credit Suisse (fra cui rapporti con dittatori e mafie, aiuti a cittadini stranieri ad evadere i contributi nel proprio paese e a società nell’aggirare sanzioni) ci limitiamo ad annoverare quelli degli anni recenti:
- 2020, scandalo pedinamenti. L’ex amministratore delegato Tidjane Thiam, fu costretto a lasciare l’incarico dopo che un’indagine rivelò che la banca assunse investigatori privati per spiare sette dipendenti. Tra le persone pedinate c’era anche Iqbal Kahn, responsabile della gestione patrimoniale in Credit Suisse, in procinto di passare a UBS.
- 2021, due fallimenti con perdite miliardarie. Archegos Capital Management, una società statunitense a cui Credit Suisse forniva servizi di brokeraggio, fallì e causò perdite per 5,5 miliardi di dollari all’istituto svizzero.
Fallì anche Greensill Capital, di cui Credit Suisse vendette il debito agli investitori assicurando che il rischio fosse basso. Sono 10 i miliardi di dollari persi dai clienti della banca a seguito di questo crack. - 2021, truffa dei Tuna Bond. Credit Suisse frodò gli investitori in relazione ad un prestito che doveva finanziare un progetto per sviluppare la pesca e la lavorazione del tonno in Mozambico. Il prestito ammontava a 850 milioni di dollari ma circa 200 finirono in mazzette tra banchieri della banca svizzera e funzionari del Paese africano. La multa per Credit Suisse ammontò a 475 milioni di dollari.
- 2022, il caso “Suisse Secrets”. Un’inchiesta giornalistica svelò che migliaia di conti correnti aperti nella banca svizzera erano riconducibili a persone accusate di riciclaggio, narcotraffico e di altre attività illecite. Emersero collegamenti con funzionari e politici corrotti.
- 2022, prima condanna penale. Nel mese di giugno il tribunale penale federale svizzero condanna Credit Suisse a pagare una multa di oltre due milioni di dollari. Questo per non aver contrastato il riciclaggio di denaro da parte di un’organizzazione criminale bulgara.
Il risultato di tutto questo lo vediamo in questi giorni, e gli effetti del collasso di Credit Suisse si riverberano per tutto il mondo.
Rassicurazioni dall’UE
Il settore bancario dell’area euro è resiliente, con forti posizioni di capitale e di liquidità.
Queste le parole di Christine Lagarde, presidente della BCE. Aggiunge che:
In ogni caso, la cassetta degli attrezzi della nostra politica è ben fornita per assicurare un supporto di liquidità al sistema finanziario se necessario, e per preservare una tranquilla programmazione della nostra politica monetaria.