CPR di via Corelli: sentenza vincente per la società civile

CPR di via Corelli

Le associazioni che difendono i diritti umani potranno avere accesso ai centri di detenzione degli stranieri.
Questo è quanto dichiara la sentenza del Tar Lombardia dopo un ricorso dei volontari ODV NAGA

La Prima Sezione del Tar Lombardia Milano, con la sentenza del 2 gennaio 2023, n. 1, proclama l’accessibilità di associazioni ed enti per la tutela dei diritti umani ai centri di detenzione per stranieri.
La sentenza arriva in seguito a una causa legale intentata dall’associazione ODV NAGA (Organizzazione di Volontariato per l’assistenza sociosanitaria e per i diritti di cittadini stranieri, rom e sinti) contro il Ministero dell’Interno e la Prefettura di Milano, che gli avevano negato l’accesso al CPR di via Corelli.

Il caso del CPR di via Corelli

Il CPR di via Corelli, a Milano, è un centro di permanenza per il rimpatrio dove vengono trattenuti gli stranieri irregolari in attesa di essere rimpatriati.
La struttura è composta da 5 blocchi, ognuno dei quali può ospitare 24 persone. In totale, la struttura può trattenere 120 individui.
Il centro è affidato alla società “La Martinina“, ma è presidiato all’esterno dall’Esercito e all’interno da forze di Polizia.

Il Centro di via Corelli è stato spesso oggetto di polemiche per le condizioni di vita dei detenuti, che, l’anno scorso, gli ex senatori Gregorio De Falco e Simona Nocerino definirono “inumane“.
Per questi motivi, negli anni, si sono succeduti molti scontri con la polizia e proteste personali, tra cui quella di un uomo che si è cucito la bocca con del fil di ferro per denunciare le condizioni di abuso in cui viveva.
Inoltre, sono frequenti i casi di autolesionismo e tentato suicidio, tra cui quello di un poliziotto che si è tolto la vita lo scorso settembre, all’interno del centro.

L’ultima rivolta risale allo scorso lunedì, verso le due di notte.
Quaranta persone hanno cominciato a protestare all’interno di due blocchi, appiccando le fiamme in alcune camere. Altri avrebbero incendiato i materassi e avrebbero commesso atti di autolesionismo.
Un uomo è stato trasportato in ospedale per una lieve intossicazione, mentre altre sette persone sono state visitate dai sanitari presenti sul luogo.

Negato l’accesso degli attivisti al CPR di via Corelli

Il 26 novembre 2021, l’associazione ODV NAGA ha richiesto alla Prefettura di Milano l’accesso al CPR di via Corelli, a Milano, per monitorare il rispetto dei diritti umani nella struttura.




Il 20 dicembre, tuttavia, la Prefettura ha respinto l’istanza sulla base del parere negativo del Ministero dell’Interno.

Il motivo principale del rigetto della richiesta della ODV NAGA, secondo il Ministero, è che tra i fini di solidarietà sociale individuati nello statuto dell’ente, non sarebbe specificamente indicato quello di “tutelare i richiedenti la protezione internazionale“.
Inoltre, l’associazione non avrebbe stipulato un accordo di collaborazione con il Ministero dell’Interno o con la Prefettura, necessari per l’autorizzazione.

A questo punto, il 12 febbraio 2022, l’associazione ha presentato ricorso chiedendo l’annullamento del diniego di accesso al CPR di via Corelli.
Tra i motivi del ricorso ha elencato: “violazione del principio di trasparenza e delle garanzie partecipative“, “difetto di istruttoria e di motivazione“, “eccesso e sviamento di potere, errore sui presupposti, illogicità ed irragionevolezza“.

Nonostante il Ministero dell’Interno abbia resistito al ricorso, il Tar Lombardia ha individuato, nelle motivazioni della ODV NAGA, dei principi di fondatezza. In particolare, in merito al difetto di istruttoria.

Il Tribunale ha rilevato che il Ministro dell’Interno avrebbe omesso di accertare se l’attività dall’associazione fosse, in concreto, rivolta alla tutela dei richiedenti protezione internazionale, a prescindere dallo statuto.
Infatti, con la sua sentenza, dichiara che:

La legittimazione ad accedere al CPR deve essere verificata in concreto tenendo conto dell’attività svolta dall’ente, e non sulla base delle norme statutarie dell’ente

Per quanto riguarda la mancanza di un accordo di collaborazione tra ODV NAGA, Prefettura e Ministero, la normativa vigente tutela i soggetti che facciano “motivata richiesta” di accesso ai CPR.

Le motivazioni devono essere esplicitate nell’istanza di accesso al CPR e valutate dall’Amministrazione in relazione alle specifiche esigenze di tutela della sicurezza, dell’ordine pubblico e della corretta gestione amministrativa del centro

In conclusione, il ricorso della ODV NAGA è stato accolto e il provvedimento è stato annullato.

Una vittoria per i diritti civili

I diritti umani devono entrare nei CPR!

Questo il commento dell’associazione milanese alla sentenza.

La decisione del Tar Lombardia, definita storica da ODV NAGA, dimostra come l’accesso ai centri di detenzione degli stranieri sia un elemento fondamentale per garantire la tutela della società civile e la trasparenza dell’attività della pubblica amministrazione.

Con l’accesso delle associazioni per i diritti umani in questi luoghi, i detenuti avranno la possibilità di confrontarsi con il mondo esterno e dare testimonianza delle condizioni di detenzione. Così che, anche le persone esterne, possano rendersi conto della realtà di tali luoghi.

Giulia Calvani

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