Il prossimo anno ci saranno 400.000 nascite in meno, ha dichiarato il presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo, commentando i dati presentati il 24 novembre scorso in audizione sulla manovra presso le Commissioni bilanci di Camera e Senato. Dati preoccupanti che risentono certamente della crisi economica causata dalla pandemia mondiale.
«L’attuale crisi sanitaria ed economica – ha spiegato Blangiardo – può influire negativamente, oltre che sul numero dei decessi, anche sulla stessa frequenza annua di nati. È, infatti, legittimo ipotizzare che il clima di paura e incertezza e le crescenti difficoltà di natura materiale (legate a occupazione e reddito) generate dai recenti avvenimenti orienteranno negativamente le scelte di fecondità delle coppie italiane».
L’analisi dei dati
Dalle stime è emerso che i 420mila nati registrati in Italia nel 2019, che già rappresentano un minimo storico in oltre 150 anni, scenderanno a circa 408mila nel bilancio finale del 2020 e poi a 393mila nel 2021. L’andamento sarà evidente nei dati di questo dicembre che, a nove mesi da marzo, periodo di inizio dell’emergenza, mostreranno una forte contrazione delle nascite rispetto agli anni scorsi.
Appello alla politica
Il presidente dell’Istat lancia un appello al Parlamento perché possa agire concretamente elargendo aiuti e sostegni diretti economici alle famiglie italiane.
«Vi è la pressante necessità di azioni che rimuovano i numerosi ostacoli che si frappongono alla realizzazione di obiettivi che, stante le dinamiche demografiche di cui si è detto, contribuirebbero a sostenere un necessario investimento in capitale umano».
Il nodo dei servizi: gli asili nido
Questi ostacoli consistono in primis nei servizi prima infanzia. Purtroppo l’accesso agli asili nido è ancora un problema per il limitato numero di posti e i costi elevati del servizio. Il “bonus asili nido”, non ha raggiunto i risultati sperati perché tutti i nuclei non ne hanno usufruito allo stesso modo. Come ha sottolineato Blangiardo, nel 2019 il bonus ha raggiunto in Valle d’Aosta, Umbria e Lazio più di 30 bambini su 100, in Calabria, Campania e Sicilia meno di 14 bambini su 100. Un divario legato soprattutto all’assenza al Sud di servizi per l’infanzia sufficienti a soddisfare le esigenze. L’efficacia del bonus asili nido è «condizionate dallo sviluppo dell’offerta dei servizi sul territorio», ha spiegato Blangiardo.
Di bonus in bonus
E l’assegno unico introdotto nella Legge di Bilancio non basta. Può solo contribuire «a dare una mano ad attenuare la caduta» dei nuovi nati, ha detto Blangiardo. «Non è la soluzione che risolve il problema se abbandonato a se stesso, ma insieme ad altri interventi può dare una mano». Il messaggio è chiaro: basta elargire bonus frammentati e intermittenti, occorre intervenire con strumenti strutturali.
Marta Fresolone