In questo momento così delicato della storia, siamo nel pieno dell’emergenza sanitaria da Covid-19. Un virus terribile che sta portando una devastazione umana e sociale e una sofferenza, che a parole è assai difficile da spiegare. Nonostante il numero di morti sia inferiore ad altre epidemie, sta producendo danni incredibili a livello mondiale, sia in termini economici che di abitudini di vita.
Dunque, per ridurre questo impatto a livello globale, resta di fondamentale importanza, lo sviluppo di farmaci specifici e soprattutto di un vaccino. È l’appello lanciato da medici e scienziati italiani che vede tra i primi firmatari Silvio Garattini, presidente dell’Istituto di ricerca farmacologiche “Mario Negri” e Claudia Lodesani, presidente di Medici senza frontiere in Italia e pubblicato dal quotidiano Repubblica.
Infatti, l’attuale pandemia – si legge nel comunicato – ha sottolineato con grande evidenza la centralità dell’intervento pubblico, coordinato anche a livello internazionale, nel campo della ricerca e in tutto ciò che concerne la tutela della salute.
Non è più il tempo, in cui solo pochi soggetti devono sentirsi tutelati
Questo soprattutto perché, non fa più notizia, parlare di disuguaglianze in salute nel mondo. Ci siamo abituati all’idea che in questa società i diritti non sono uguali per un povero e per un ricco. La percentuale di cittadini che segnalano bisogni sanitari non soddisfatti per motivi economici è particolarmente elevata. Però, noi non siamo più sorpresi e non ci meravigliamo che ci siano marcate disparità nell’accesso all’assistenza.
Però, di fronte a questa devastazione sarà fondamentale una volta che questi prodotti saranno disponibili sul mercato, garantirne un accesso se non gratuito, quantomeno equo e sostenibile a tutti quelli che ne hanno bisogno. In questo, sarà determinante come sottolineano gli esperti
“Il ruolo dello Stato per cercare di riequilibrare il disallineamento con l’interesse pubblico”.
E’ assurdo che dopo l’enorme devastazione umana di questo virus, i medici di ogni parte del mondo debbano ancora fare questi appelli. Questo non deve più essere permesso, perché non è più il tempo, in cui ci sono soggetti che devono sentirsi più tutelati di altri. Questo è il tempo di comprendere davvero se si accetta di essere passivamente complici di chi sta distruggendo lo strumento base della solidarietà o se esiste la possibilità di opporsi in modo intelligente ma determinato.
MARIO RUGGIERO