Il costo di Palazzo Madama ed i tanto desiderati tagli

In queste settimane si discuterà l’approvazione del bilancio del Senato 2016. Si parlerà di vitalizi e pensioni d’oro: ecco cosa tagliare per rendere il nostro paese, migliore

I CONTROLLI DEL BILANCIO INTERNO
Circa un anno fa a Palazzo Madama avvennero i controlli sui costi del Senato, il bilancio interno ha avuto un inconsueto fremito di entusiasmo. Eppure chi si aspettava un taglio radicale delle spese ha dovuto cambiare piani. Allora in questi giorni, verrà discusso nuovamente il bilancio del  2016, l’approvazione non è stata ancora decisa, ma dovrà avvenire prima del 5 agosto, quando ci sarà la pausa estiva dei lavori parlamentari, ci sono diverse spese importanti che andrebbero tagliate  che influiscono nel costo complessivo.

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I COSTI SPORPOSITATI DEL SENATO
Il Senato costa 540 milioni di euro all’anno, le “abilità ” dei senatori impegnano più di 42 milioni di euro. Poi ci sono “I rimborsi che influiscono  nelle  spese sostenute per lo svolgimento del mandato parlamentare”: 37.266.000 euro. Dunque, tra compensi e premi, gli inquilini di Palazzo Madama costano poco meno di 80 milioni.

Lo stipendio di ogni senatore prevede le stesse voci dei deputati, quIndi l’indennità il vero proprio stipendio tra la diaria e i rimborsi, è un po’ più duro rispetto a quello dei colleghi che siedono a Palazzo Montecitorio.
Nello specifico: il rimborso forfettario, la somma prevista per pagare le abitazioni a Roma degli eletti, è pari a 3.500 euro. Quello di cui non è chiaro è perché ne abbiano diritto anche i parlamentari che risiedono nella Capitale.
Poi c’è un rimborso di 1.650 euro a forfait per poco più di 4 mila euro per “l’esercizio del mandato”. I gruppi parlamentari del Senato possono contare, invece, su uno stanziamento di oltre 21 milioni per pagare tutte le spese delle segreterie di partito.

Nell’ultimo anno è aumentato il fondo per studi, ricerche, documentazione e informazione, passato da 3 milioni a 3.164.354 euro. Ovviamente c’è tutta una serie di sottocategorie ma da non dimenticarsi: servizi assicurativi (oltre 3 milioni), di mobilità, trasporto e spedizione (7.500.000 euro), meglio conosciuti come “servizi logistici” (quasi 5.400.000). È un capitolo piuttosto pesante.

Per pagare il “trattamento dei senatori cessati dal mandato “Palazzo Madama ha speso, nel 2014, 82.500.000 euro che, l’anno successivo, sono arrivati a 82.890.000, un “incremento dovuto a un allineamento alle spese assestate”. Sono oltre duemila i fortunati ex parlamentari che sembrano avere ancora il diritto a intascare il vitalizio, abolito soltanto a partire dal gennaio del 2012.

LA PROPOSTA DI LEGGE RIGUARDO L’ABBASSAMENTO DI QUOTE PER PARENTI DI EX PARLAMENTARI
Fino a gennaio 2012, gli ex parlamentari hanno potuto conquistare un bell’assegno anche con pochi anni trascorsi in Senato. Il vitalizio prevede anche la remunerabilità tanto che un deputato, Michele Anzaldi (Pd), ha presentato una proposta di legge per abbassare la cifra destinata hai parenti degli ex parlamentari, per evitare che questi ultimi siano vittime di partner senza morale. Infine, ci sono le spese per il personale di ruolo.

Tra stipendi, illegittimità di funzione, di risultato e rimborsi e spese per ragioni di servizio, superano i 100 milioni di euro. Con la riforma costituzionale, il Senato sarà sicuramente cancellato.
Saranno accorpate, almeno le spese per il trattamento dei senatori. Anche se gli italiani continueranno a pagare per gli ex dipendenti, tuttavia se dovesse essere confermata la trasformazione di Palazzo Madama in una camera “Libera” con cento membri senza stipendio, saranno riorganizzati, però rimane il fatto che con la possibile abolizione dei senatori a vita e abolizione dei vitalizi e vari tagli del senato sarebbe decisamente un passo avanti per tutti noi cittadini che attendevamo con ansia questa presunta ventata di cambiamento.

Matteo Ghilardi

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