Cosa Nostra nel quadrilatero della moda: sequestrati beni

Il quadrilatero della moda raggiunto dalle mani di Cosa Nostra

La mafia nel quadrilatero della moda

Il quadrilatero della moda e la gioielleria di Cosa Nostra

Cosa Nostra e le sue lunghe mani erano arrivate fin dentro al quadrilatero della moda del capoluogo lombardo. La Design Week di Milano si apre con questa inattesa notizia.  Più precisamente, la Polizia ha sequestrato la gioielleria al civico 8 di Via Felice Cavallotti. L’attività, infatti, era intestata alla compagna di Gaetano Fontana, figlio di Stefano, il reggente dell’Acquasanta, nota famiglia mafiosa siciliana. Le indagini – non a caso – sono partite proprio dalla Sicilia, dove è stata scoperta una notevole discrepanza tra i redditi dichiarati da Fontana e le spese necessarie all’acquisto dei beni sequestrati.

Per il Questore di Palermo non è stato difficile ricondurre i beni all’imprenditore mafioso, nonostante gli stessi fossero fittiziamente intestati alla compagna. Il Questore ha disposto di sequestrare beni per un valore totale superiore ad un milione di euro: oltre all’attività della gioielleria – con gioielli e preziosi vari ancora da stimare – sono stati sequestrati altri beni immobili sempre a Milano, in zona residenziale, e sei rapporti finanziari.

Chi è Gaetano Fontana, l’esponente di Cosa Nostra a Milano

Gaetano Fontana, palermitano di 43 anni, è una figura ben nota alle Forze dell’Ordine. Non solo perché, come detto, è figlio del reggente dell’Acquasanta; ma anche perché nel 2010 lo avevano già colpito con una Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza con Obbligo di Soggiorno nel comune di Milano, in quanto esponente dell’organizzazione mafiosa Cosa Nostra; misura alla quale Fontana è tuttora sottoposto. Per di più, era già stato condannato per il 416 bis per aver svolto la funzione di reggente dell’Acquasanta e per aver diretto l’odiosa pratica di riscossione del pizzo.

Si capisce bene, dunque, perché gli affari e i beni di Fontana erano nel mirino delle Forze dell’Ordine, che hanno subito notato l’incoerenza tra quanto dichiarava al fisco e il patrimonio che effettivamente deteneva (tramite il fragile escamotage dell’intestazione alla compagna). E così il Questore di Palermo ha proposto un Decreto alla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo; decreto che oggi è stato prontamente eseguito dalla Polizia di Palermo, coadiuvata dai colleghi milanesi. Con questa misura di sequestro preventivo ai fini di confisca, la Polizia assesta un altro colpo alle ricchezze della mafia, cercando di estirparla dal quadrilatero della moda e, soprattutto, ripulendo l’economia dal crimine.

Francesco Ziveri

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