Brutte notizie per i fans di Eric Draven e della tristemente nota serie “Il Corvo”.
Tanto tempo è ormai passato e chi non ricorda la strepitosa interpretazione di Brandon Lee nel primo capitolo de “Il Corvo“, pellicola ispirata dal “Cult” fumettistico di James O’Barr.
Dopo il successo del primo capitolo, seguirono altri tre film: “Il corvo 2 – La città degli angeli” (unico film a collegarsi al primo) e “Il corvo 3 – Salvation” che non raggiunsero mai il grande successo del primo.
Tutti ricordiamo l’ambientazione ultra-dark, ma sopratutto ricordiamo la tragica morte di Brandon Lee, proprio sul set de “Il corvo”, ucciso “accidentalmente” con un colpo di pistola durante le riprese del film.
La pistola che uccise il figlio del grande Bruce Lee, doveva essere a salve (come dovrebbe essere durante una ripresa) e nella immortale scena della camminata sul tavolo, dove vediamo una scarica di colpi arrivare addosso ad Eric Draven, ci fu un clamoroso colpo di scena, inizialmente interpretato come un’improvvisazione dello stesso Lee. Invece di camminare in avanti, come prevedeva il copione, Lee cadde all’indietro. Solo in un secondo momento, tutti si accorsero che Lee non stava recitando in quel momento.
Sono passati 22 anni da allora e chi registrò su VHS ,”Il Corvo”, non dimenticherà mai i miti e le leggende che si crearono intorno a quell’incidente. “La maledizione della famiglia Lee”, fu chiamata da molti e forse fu proprio a causa della morte di Brandon Lee che gli altri tre film, pagarono con l’ostracismo.
Una tipologia di film che non tutti apprezzarono, vista l’ambientazione e il tipo di tema trattato, ma non si può negare che “Il Corvo”, sia stato creato attraverso una vera esperienza vissuta ed è stato forse proprio questo particolare, ad aver messo sullo scaffale dei “Cult” per eccellenza, un film giudicato di nicchia da alcuni e “maledetto” da altri.
Infatti, il creatore del fumetto originale, James O’Barr, realizzò quest’opera, dedicandola alla sua ragazza, uccisa nel 1978 da un ubriaco. Trasferitosi a Berlino, O’Barr lesse di un avvenimento successo a Detroit, dove due fidanzati vennero uccisi per un anello del valore di venti dollari.
“Se vuoi che qualcuno ci creda, devi essere il primo a crederci“. Così si dice sempre e quale migliore dimostrazione può valere più di questa?
Quando vediamo “Il Corvo“, siamo consapevoli di due cose; la “tristezza” percepita è una tristezza “autentica”, venuta fuori da una realtà attuale. Non siamo di fronte ad un’opera di fantasia, ma la fantasia viene creata dalla realtà di questo mondo, dove si può morire davvero per un anello che vale venti dollari. Seconda cosa e forse la più percepita: Eric Draven è un giustiziere e chi dovrà morire, morirà e soffrendo molto.
Nell’osservare le punizioni inflitte ad ogni balordo e maniaco, troviamo sete di vendetta assoluta, mescolata a quel “lavacro” quasi religioso. Possiamo quasi dire che Eric Draven non è solo un giustiziere, ma un vendicatore venuto per purificare le anime nere dei suoi assassini.
Dopo due decenni, finalmente si parla di remake. Ma una maledizione non va mai via del tutto. Infatti, la produzione del film è stata rimandata per ben tre volte dal 2012 ad oggi, passando attraverso tribunali e continue sostituzioni di registi, protagonisti e sceneggiatori.
Inizialmente Corin Hardy era stato proposto alla regia, ma la scelta fu messa in dubbio, dopo che Hardy fu accusato di un eccesso di investimento. Jack Huston, fu proposto per il ruolo di protagonista, ma è stato costretto a rinunciare per una sovrapposizione di impegni.
Le riprese del remake dovevano iniziare nel Marzo 2016, ma a causa della bancarotta e del processo in atto, furono di nuovo sospese, anche se la “Relativity”, la casa produttrice, non ha ancora messo la parola fine al progetto.
Quindi cosa si può annunciare ai fans di Eric Draven? Forse, in questo momento è meglio armarsi di pazienza ed aspettare che la maledizione del corvo si allontani. Non tutto è perduto e sicuramente qualche casa produttrice impugnerà il progetto.
Alcuni sarcastici chiamano il nuovo remake “La fenice”, per quante volte il progetto è morto e risorto dalle sue ceneri, ma noi confidiamo nello spirito del compianto Brandon e siamo sicuri che se anche lui non potrà tornare grazie ad un corvo, la sua memoria sarà sempre viva, con le opere in atto per ricordarlo.