Sabato scorso Bologna è stata teatro di una giornata di tensioni e scontri, con quattro manifestazioni che hanno scosso il centro della città. La mobilitazione principale è stata un corteo organizzato da gruppi neofascisti, come Casapound, che ha provocato una forte reazione da parte della popolazione e delle organizzazioni antifasciste. Per tutta la giornata, infatti, si sono susseguite tre contromanifestazioni, tutte in opposizione alla marcia della destra estrema. I collettivi cittadini e studenteschi sono scesi in un corteo antifascista a Bologna in opposizione a Casapound con una partecipazione massiccia, ma la giornata si è conclusa con scontri e diverse polemiche. Le dichiarazioni politiche a seguire, in un clima già acceso dalle elezioni regionali imminenti, hanno esacerbato le tensioni e aumentato la portata di un episodio che tocca da vicino il passato e il presente della città.
Corteo antifascista a Bologna in risposta al corteo di estrema destra
Il corteo antifascista a Bologna è stata un’organizzazione spontanea chiamata contro un altro corteo, questa volta di stampo neofascista, organizzato dalla Rete dei Patrioti e da Casapound, che ha preso il via sabato pomeriggio nel centro di Bologna, scortato da un importante dispiegamento di forze di polizia. La scelta di permettere una manifestazione di gruppi di estrema destra vicino a luoghi simbolo della città, come la stazione centrale – teatro della strage del 2 agosto 1980 – è stata percepita da molti bolognesi come una provocazione.
La stessa autorizzazione al corteo di Casapound aveva scatenato già nei giorni precedenti un dibattito animato, con richieste di spostamento avanzate dal sindaco Matteo Lepore, ma senza successo. In risposta alla marcia neofascista, migliaia di cittadini hanno partecipato alle contromanifestazioni, mobilitandosi a difesa dei valori democratici e antifascisti.
Sit-in mattutino dell’ANPI e intervento di Elly Schlein
La giornata di mobilitazione della manifestazione antifascista a Bologna è iniziata al mattino con un presidio pacifico in piazza del Nettuno, organizzato dall’ANPI e sostenuto da diverse organizzazioni politiche e sindacali. Tra i partecipanti figuravano la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein, Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana, rappresentanti della CGIL e del Movimento 5 Stelle.
Schlein ha sottolineato l’importanza di proteggere la memoria storica e ha criticato apertamente l’autorizzazione concessa al corteo di estrema destra. “Siamo qui per ribadire i nostri valori democratici e antifascisti,” ha dichiarato, ricordando il significato della Resistenza per la città e per il Paese.
Scontri tra manifestanti e forze dell’ordine
Le tensioni sono esplose nel pomeriggio, quando il corteo neofascista di Casapound ha attraversato il centro della città e ha incontrato la contestazione di alcuni residenti e passanti. I collettivi antifascisti, che nel frattempo si erano riuniti in un altro punto del centro, hanno tentato di avvicinarsi ai manifestanti di destra, ma sono stati bloccati dalla polizia.
Questo tentativo di aggirare il blocco ha provocato violenti scontri: alcuni manifestanti hanno sfondato i cancelli del parco della Montagnola per cercare di scendere verso la scalinata del Pincio, che li avrebbe portati in contatto diretto con i manifestanti di estrema destra. Nei tafferugli, tre agenti e una decina di manifestanti hanno riportato ferite lievi, mentre dal corteo anarchico, partito da via Giacomo Matteotti, arrivavano altre tensioni che però sono state contenute dalle forze dell’ordine senza scontri significativi.
Dichiarazioni politiche e polemica elettorale
Le reazioni politiche agli scontri nella manifestazione antifascista a Bologna non si sono fatte attendere. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso solidarietà alle forze di polizia e condannato le violenze dei manifestanti antifascisti, criticando la sinistra per quella che ha definito una “tolleranza nei confronti dei facinorosi.”
Salvini ha parlato di “centinaia di delinquenti rossi” che avrebbero “dato la caccia ai poliziotti”, sottolineando la necessità di approvare rapidamente il pacchetto sicurezza del governo. Intanto, le polemiche si sono estese anche alla vicesindaca di Bologna, Emily Clancy, e al consigliere di Coalizione Civica Detjon Begaj, presenti alla manifestazione antifascista. Alcuni esponenti del centrodestra hanno chiesto le loro dimissioni, sostenendo che la loro partecipazione abbia legittimato le violenze. A questo si sono aggiunte le accuse a Elly Schlein, sebbene il presidio a cui aveva partecipato fosse già concluso al momento degli scontri.
Bologna e l’identità antifascista
Nonostante le tensioni, la giornata ha visto una partecipazione massiccia della cittadinanza che si è radunata in varie piazze per esprimere il proprio dissenso verso la manifestazione neofascista di Casapound e altre associazioni. Nei pressi di piazza XX Settembre, dove si trovavano molti residenti, famiglie e anziani, è partito un coro di “Bella Ciao” in risposta agli slogan fascisti intonati dal corteo della Rete dei Patrioti e Casapound.
Alla fine del corteo antifascista a Bologna, la sfilata neofascista è stata scortata fuori dalla città, mentre tutte le realtà antifasciste hanno dichiarato che Bologna ha dimostrato una volta di più il proprio spirito democratico e contro ogni fascismo, unito contro ogni provocazione.
Una campagna elettorale inasprita
Gli scontri e la forte reazione politica al corteo antifascista a Bologna hanno inciso profondamente sull’atmosfera già accesa della campagna elettorale in corso. Domenica 17 e lunedì 18 novembre, gli elettori dell’Emilia-Romagna saranno chiamati alle urne per le elezioni regionali. Mentre la candidata del centrodestra Elena Ugolini si appresta a ricevere il sostegno diretto dei principali leader della coalizione, Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani, il candidato del centrosinistra Michele de Pascale punta a una campagna più locale, anche per evitare di polarizzare ulteriormente una situazione già molto tesa.
Aldilà di ogni speculazione istituzionale o governativa, aldilà di ogni esternazione da parte della destra parlamentare che strizza l’occhio a repressione e militarizzazione delle piazze, la Bologna antifascista è scesa in piazza a respingere chi provoca e chi infanga la memoria, sopratutto quella del 2 agosto.
Nonostante il dispiegamento massiccio di forze dell’ordine, la mobilitazione dal basso di stampo prettamente giovanile è riuscita a cacciare chi è figlio e ripone le radici in un passato corrotto, stragista, coloniale, che mai sarà assolta dal tribunale della Storia. Ancora una volta Bologna resiste, con i propri valori ma sopratutto grazie ai propri corpi, di studenti e studentesse che ogni giorno la vivono e che, in una giornata come ieri, dimostrano che nessun fascismo – che sia di strada o di governo – passerà mai.
Lucrezia Agliani