Di Rosanna Marani
Mutano i tempi, mutano le regole, mutano i comportamenti. Anche amorosi.
Capita oggi che il corteggiamento inizi su Once, ci si innamori su Facebook, ci si fidanzi su Google Plus, si litighi su Linkedin, si tradisca su WhatsApp, ci si riappacifichi su Instagram, ci si sposi via Skype, si divorzi via Twitter e si paghino gli alimenti con Paypal.
Insomma, è tutto virtuale, anche il fare all’amore!
I ritrovi delle città, sono obsoleti per fare conoscenza. Si va di fretta e di fretta ci si piace.
Ma l’amore è un’altra cosa, un’altra faccenda. Un intessuto umano che necessità di scambi personali, veri, non solo immaginati e immaginifici.
Dunque, quel corteggiamento fantastico, creativo, delicato ma insistente, quando i due sono impegnati a singolar tenzone, al duello sentimentale che li porterà, loro sperano, l’uno nelle braccia dell’altro, viaggia in rete.
Occorrono però, regole di seduzione che siano civili ed educate, altrimenti la storia perseguita, comincia e finisce male. Persino con una denuncia alla Polizia Postale per oscenità.
Ad esempio, si devono assolutamente evitare i messaggi inconcepibili, sguaiati e sconci, che vengono recapitati in posta privata, con la violenza di un pugno in faccia, a noi donne.
Esistono, protetti dall’anonimato anche della loro dignità di individui, abbozzi di uomini che importunano noi donne sui social, la nostra età non fa differenza per la loro insensibilità, che ci tampinano, chiedendo il contatto, prima con una serie di sdolcinature tipo: principessa, regina, dea, tesoro, femmina, splendore, amore, solo per arrivare a chiederci, a noi donne, se gliela diamo.
Cosi, alla brutta, così alla spiccia.
E non finisce certo la sconcezza dell’approccio, con l’assoluta indifferenza di noi donne, che ci limitiamo a cancellare le missive. Questi abbozzi di uomini vagolanti nella landa dell’ottusità mentale, fattisi arditi dal nostro silenzio, che loro interpretano come assenso, ci recapitano la loro foto in mutanda che cela a malapena l’erezione fisiologica mattutina, o i più sfacciati, addirittura la foto del loro membro in primo piano, convinti che una tale mercanzia sia degna della massima attenzione e che induca, noi donne, olè, ad inginocchiarci, in un battibaleno ai loro piedi, per adorare il re coglione, stupefatte dal dono inatteso di un aborto d’uomo che ci rivolge la sua spicciola, misera attenzione.
No, non è così che funziona il corteggiamento social. Dico a questi abbozzi di uomini che vivono la loro vita come fosse un bordello a cielo aperto e che ovviamente considerano noi donne tali a prostitute, che mancano di rispetto prima alla loro madre, poi a noi donne tutte ed infine a loro stessi.
Non si domanda sesso così, low profile, per sentirsi “uomini”.
Allora, ricominciamo da capo, con l’altro linguaggio, quello più, come dire, romantico costruito con mazzi di rose finte, gif con cuoricini a cascata, emoji languidi appiccati su tramonti di carta e rappresentazioni di scenari mozzafiato con linde tovaglie apparecchiate per cene a lume di candela.
Tutto irreale. Tutto gratis.
Tutto irreale, tutto gratis come il desiderio di quell’individuo che ti cerca per chattare nel tentativo di illuminare la sua serata solitaria e noiosa, senza investire null’altro che parole.
Corteggiare significa stupire, ammaliare, interessare. E costa, tempo, idee, fantasia, creatività, fatica. Ovvero ha il valore dell’azione che testimonia l’esserci.
Mi permetto allora, di offrire un consiglio all’uomo che, noto, sta perdendo il terreno della seduzione, diventando un fantasma. Delle relazioni vis-à-vis, tête-à-tête.
Alza le chiappette, Don Giovanni, invia alla persona che ti ha colpito una lettera con francobollo, e se non conosci dove abita, inventati investigatore e della donna che ti interessa, cerca tra i suoi contatti, magari l’indirizzo del suo parrucchiere e falla recapitare a lui. Per lei. Sorprendila con affetti speciali.
E muoviti, se appena appena lei dichiara il suo interesse. Piomba nella sua città per conoscerla, portale un cabaret di pasticcini, una fiala mignon di profumo, no niente fiori che i fiori è meglio lasciarli alla loro bellezza nella loro aiuola, un magnete per il frigorifero. Organizza una cena sul lago, al mare, in collina, evita assolutamente di domandarle, se non abiti nella stessa città, di pernottare a casa sua, ma prenota un albergo. Invitala alla festa che le offri con la tua presenza. Falla cadere dalla rete… nella tua rete fatta di educazione gentilezza e soavità.
E parlale, occhi dentro occhi e forse alla fine della serata, potrai riaccompagnarla a casa, mano nella mano.
Domani? È un altro giorno, si vedrà.
Bravissima Rosanna, il tuo è un grido di protesta sottaciuto da moltissime donne..troppe donne abbassano lo sguardo remissivo alla volontà strafottente del “maschio medio”. Faccio autocritica a nome del genere a cui appartengo ma che dissento energicamente in questi aspetti deleteri che hai egregiamente evidenziato.
I tuoi consigli sono preziosi e reali, niente di trascedentale o ipotetico, se un uomo desidera una donna totalmente deve adoperarsi in tal senso, e non si tratta di tipicizzare le donne come te in “donne complicate” perchè sono semplicemente consigli dettati dal buon senso, che in un rapporto non deve mancare.
Riguardo l’esposizione dell’organo ce solo da stendere un velo pietoso, è un vero e proprio vilipendio alla preziosa e insostituibile funzione che esso assolve (si spera più a lungo possibile) e se potesse parlare gli “orinerebbe” in faccia al suo possessore irriguardoso.
signori uomini il membro è come la pistola d’ordinanza (sempre a portata di mano) e va tirato fuori solo x adoperarlo al momento necessario.
Evviva le DONNe (le vere colonne dell’amore).
Grazie Vanni.
Ci sono anche uomini che non sanno da dove cominciare in senso letterale, i cui atteggiamenti sono dettati da totale imperizia più che cattive intenzioni. A questi ho dedicato un libro, la cui diffusione sarebbe utile anche a tante donne stanche di incrociare tanti perfetti incapaci…