Corte Hong Kong: alloggi pubblici ed eredità a coppie LGBTQ+

Hong Kong

La Court of Final Appeal di Hong Kong ha recentemente emesso una decisione storica che ribadisce il diritto delle coppie dello stesso sesso di accedere a alloggi pubblici e di beneficiare di diritti ereditari. Con questa sentenza, il massimo tribunale dell’ex colonia britannica ha bocciato un ricorso presentato dal governo locale e confermato la protezione legale dei diritti delle persone LGBTQ+, segnando una tappa significativa per la giustizia sociale nella città.

La causa, che si è protratta per sei anni, ha avuto inizio quando Nick Infinger, un residente di Hong Kong, ha intrapreso un’azione legale contro il governo. Infinger, insieme al suo partner, si era visto negare l’accesso agli alloggi pubblici, una pratica che, secondo le autorità, non includeva le coppie dello stesso sesso, definendole al di fuori del concetto di “famiglia normale”. Una definizione che, nella realtà, non teneva conto delle coppie LGBTQ+, escludendole da un diritto fondamentale, quale quello di poter accedere agli alloggi a condizioni favorevoli.

Il giudizio della corte

Il giudice capo Andrew Cheung ha sottolineato che la corte ha deciso all’unanimità di respingere gli appelli del governo. In altre parole, la corte ha deciso che le coppie dello stesso sesso devono essere considerate a tutti gli effetti parte della definizione di famiglia, ottenendo quindi gli stessi diritti delle coppie eterosessuali in termini di accesso a alloggi pubblici e diritti di eredità.

Questa sentenza si inserisce in un più ampio contesto di dibattito e lotta per i diritti civili delle persone LGBTQ+ in Asia, una regione dove, in molti paesi, i diritti delle minoranze sessuali e di genere sono ancora gravemente limitati. Hong Kong, seppur mantenendo un sistema giuridico separato dalla Cina continentale grazie al principio “un paese, due sistemi”, ha visto negli ultimi anni aumentare le sfide legali relative ai diritti civili e alla protezione delle minoranze.

Le implicazioni della sentenza

La decisione della corte non solo è significativa per il singolo caso di Nick Infinger, ma rappresenta un passo importante per il riconoscimento dei diritti delle persone LGBTQ+ in un contesto sociale e culturale dove tali diritti sono ancora lontani dall’essere garantiti su larga scala. L’esito positivo di questa causa significa che le coppie dello stesso sesso avranno finalmente accesso a diritti ereditari, un aspetto fondamentale che riguarda la protezione del patrimonio e la possibilità di prendere decisioni legali in caso di decesso di uno dei membri della coppia.

Nonostante questo passo in avanti, la questione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso rimane un tema irrisolto. Al momento, Hong Kong non consente il matrimonio civile tra persone dello stesso sesso, una realtà che ha suscitato numerosi dibattiti e proteste tra le organizzazioni che difendono i diritti LGBTQ+.

La posizione del governo

Il governo di Hong Kong aveva inizialmente sostenuto che l’inclusione delle coppie dello stesso sesso negli alloggi pubblici e nei diritti ereditari avrebbe minato la struttura della famiglia tradizionale. Secondo le autorità locali, la definizione di “famiglia” dovrebbe rimanere legata a un nucleo eterosessuale. Tuttavia, la corte ha respinto questa visione, ritenendo che l’esclusione delle coppie dello stesso sesso non fosse giustificata da alcuna logica legale, né rispecchiasse i valori fondamentali di uguaglianza e non discriminazione sanciti dalla Costituzione.



Inoltre, la corte ha sottolineato che il diritto all’uguaglianza non deve dipendere dal fatto che una coppia sia formata da persone dello stesso sesso o di sesso diverso. La sua decisione ha evidenziato l’importanza di riconoscere la diversità familiare e l’esigenza di proteggere i diritti di tutti i cittadini, indipendentemente dall’orientamento sessuale.

Questa sentenza si inserisce in un contesto internazionale di crescente attenzione per i diritti delle persone LGBTQ+, soprattutto in Asia, dove molte nazioni non hanno ancora adottato leggi che riconoscono pienamente l’uguaglianza matrimoniale e i diritti civili delle coppie dello stesso sesso. Hong Kong, pur essendo una delle realtà più moderne della regione, non è immune dalle sfide e dalle contraddizioni interne su queste tematiche.

Nel resto del mondo, l’approvazione delle leggi sui diritti LGBTQ+ sta avanzando, seppur con lentezza. Mentre in alcune nazioni come Canada e Spagna i matrimoni tra persone dello stesso sesso sono riconosciuti da tempo, in altre realtà come l’India e la Thailandia le leggi sono ancora in fase di sviluppo. La sentenza di Hong Kong, quindi, rappresenta un segnale importante per i paesi asiatici che stanno considerando la possibilità di estendere i diritti alle persone LGBTQ+.

Un passo importante, ma non sufficiente

Sebbene questa sentenza rappresenti un significativo progresso, la lotta per i diritti delle persone LGBTQ+ in Hong Kong non è ancora finita. L’accesso al matrimonio civile e la protezione contro la discriminazione in ambito lavorativo e sociale sono ancora temi cruciali da affrontare. Il movimento per i diritti LGBTQ+ a Hong Kong ha quindi deciso di proseguire la sua battaglia, sperando che il riconoscimento di alcuni diritti fondamentali possa fungere da base per ottenere un cambiamento più ampio e completo.

La sentenza della Court of Final Appeal di Hong Kong è una vittoria per le coppie dello stesso sesso, che ora possono godere di pari diritti in ambito abitativo ed ereditario. Questo verdetto segna un passo fondamentale per la difesa dei diritti delle persone LGBTQ+ nella regione e dimostra come la lotta per l’uguaglianza e la non discriminazione sia ancora una questione centrale. Tuttavia, rimangono ancora molte sfide da affrontare, in particolare riguardo al riconoscimento del matrimonio tra persone dello stesso sesso, un diritto che molte nazioni, incluse quelle asiatiche, continuano a negare. La decisione della corte di Hong Kong, quindi, rappresenta solo una tappa del lungo percorso verso l’uguaglianza piena e universale.

Vincenzo Ciervo

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