Dopo l’inchiesta di Repubblica, la Corte dei Conti ha deciso di aprire un fascicolo su Salvini e i voli di Stato che il Ministro dell’Interno avrebbe effettuato su aerei ed elicotteri della Polizia per fini elettorali.
Salvini e i voli di stato per la campagna elettorale perenne
La Corte dei Conti ha aperto un fascicolo su Salvini, reo di aver utilizzato voli di Stato per fini personali. Secondo un’inchiesta di Repubblica del 14 maggio, Salvini avrebbe utilizzato una ventina di voli di Stato per i suoi tour da Ministro dell’Interno. Negli ultimi 4 mesi, l’inquilino del Viminale ha presenziato a 211 eventi, ufficiali e non, molti dei quali nello stesso giorno. L’inchiesta porta ad esempio gli spostamenti del 10 maggio: “Alle 6.55 il leader della Lega sale a bordo del P-180 diretto a Reggio Calabria, dove un Augusta lo aspetta per raggiungere una cerimonia anti-mafia, poi alle 12.12 riparte per Lamezia Terme e da lì in elicottero fino a Catanzaro per un comizio elettorale. Alle 16.34, partenza per Napoli per un incontro in prefettura sull’arresto dei feritori della piccola Noemi. Due ore dopo, l’ultimo viaggio per Linate in vista dell’adunata degli alpini il giorno seguente”.
Sono proprio questi spostamenti ad essere finiti sotto osservazione, dal momento che Salvini non ha usato quasi mai “aerei di Stato”. Sembra infatti che il Ministro ami spostarsi con aerei ed elicotteri della polizia, al di fuori dei compiti istituzionali.
In realtà, sembra che questi voli “top secret” siano leciti perché Salvini è sempre riuscito a collegare un comizio elettorale, in cui non tollera il dissenso, ad un evento ufficiale. Ciononostante, la Corte dei Conti ha deciso di aprire un’indagine perché questi spostamenti, leciti o meno che siano, ricadono sulle casse dello Stato.
L’assenteismo
Inevitabili le polemiche, soprattutto alla luce di un’altra rivelazione: dall’inizio del 2019 Matteo Salvini è stato al Viminale solamente 17 giorni, collezionando ben 95 giorni di assenza e 211 eventi esterni, ufficiali e non, precedentemente citati. Anche il Movimento 5 Stelle ha chiesto a Salvini di chiarire la situazione eliminando “queste piccole ombre”.
Che il Ministro dell’Interno non fosse proprio uno stakanovista era chiaro a tutti ma, da quanto emerge, sembra che Salvini sia un Ministro assenteista che utilizza i risparmi degli italiani per i propri fini elettorali.
La replica di Matteo Salvini
Il Ministro dell’Interno ha commentato l’azione della Corte dei Conti in perfetto modo “salviniano”: “Se risolvo un problema e lo faccio da Marte o dal Viminale che cosa cambia? Se volete posso restare 16 ore in ufficio a guardare Sky, io incontro sindaci, imprenditori, agricoltori, non voglio fare il Ministro sigillato in ufficio. Ora vado al Viminale e mi faccio una foto così a Repubblica sono contenti e io posso continuare a fare il mio lavoro”. In sintesi: di lavorare non se ne parla e di avere rispetto per chi lavora e per l’incarico che ricopre men che meno. Sembra inoltre che lo slogan “prima gli italiani” funzioni anche (o soltanto?) quando c’è da pagare la campagna elettorale.
Ebbene, anche questa volta il Ministro “della fotocamera interna” è riuscito a farci indignare e vergognare. Se non per i voli di Stato, su cui l’ultima parola spetta alla Corte dei Conti, quantomeno per l’ennesima risposta da 5° elementare. Chissà che cosa ne pensano coloro che hanno fatto la guerra all’Air Force Renzi… ah già, quella storia appartiene ai governi precedenti.
Matteo Taraborelli