“Oltre che una vergognosa tassa occulta, la corruzione è una pesante sottrazione di risorse”.
Così si apre il dossier “InSanità. L’impatto della corruzione sulla nostra salute” pubblicato da lavialibera, rivista dell’associazione Libera fondata nel 1995 e presieduta da don Luigi Ciotti. L’associazione attiva nella lotta alla criminalità organizzata, lancia un pericoloso allarme riguardo i fondi pubblici stanziati per l’emergenza Covid-19.
Un pericolo internazionale, segnalato anche da OCSE e GRECO del Consiglio d’Europa: la corruzione travalica, come il nuovo virus, i singoli confini nazionali.
L’analisi di Libera si colloca sulla scia dell’ammonizione da parte dell’ UIF -Unità di informazione finanziaria-, l’autorità antiriciclaggio presso la Banca d’Italia. L’associazione ha esaminato i dati dell’Autorità Nazionale AntiCorruzione –ANAC-, da cui emerge che negli ultimi 3 anni circa il 13% degli episodi di corruzione riguardano il settore della sanità, dalla fornitura di farmaci, apparecchiature mediche e strumenti ai servizi di pulizia.
Nell’indagine conoscitiva condotta da ANAC, relativa alle forniture nel periodo marzo-aprile 2020, sono evidenti numerose criticità. Relativamente ai prezzi di acquisto per alcuni strumenti di protezione qualitativamente omogenei, è enorme il divario tra prezzo minimi e massimo d’acquisto. Una mascherina chirurgica è stata pagata in alcune forniture 0,40€, in altre 1,82 € e in media 0,90€.
Inoltre risulta che la maggior parte degli oltre 52mila appalti, sono stati assegnati attraverso procedure ad alto contenuto discrezionale, nell’87,7% dei casi tramite affidamento diretto. Per di più dall’inizio della pandemia al 17 novembre, dei 14 miliardi messi a bando per fronteggiare la crisi sanitaria abbiamo traccia solo del 40% (5,5 miliardi), del restante 60% non sappiamo nulla.
Il costo invisibile della corruzione
Nonostante la normativa relativa alla trasparenza amministrativa, stando a quanto rileva la stessa ANAC nel 97,5% dei casi, pur in presenza di anomalie evidenti, gli enti pubblici non sono stati in grado di rilevarle o le hanno ignorate.
I dati, relativi all’assegnazione degli appalti regione per regione, sono consultabili sul sito di openpolis. Le regioni più virtuose, delle quali conosciamo parte della spesa sono: Emilia Romagna al 51% e Toscana al 54%. Le restanti invece variano al ribasso, fino al minimo ligure del 3% . Il controllo su come vengono spesi i nostri soldi per l’emergenza è impossibile se mancano i dati!
Ed è in questa zona grigia che Libera denuncia la presenza di un terreno fertile anche per la criminalità organizzata. Un’opportunità per stringere rapporti collusivi, cooperativi e corruttivi, oltre che per rafforzare il controllo politico e sociale sul territorio di riferimento.
“Il dilagare dell’illegalità nella filiera sanitaria si alimenta quasi sempre anche grazie alla connivenza della cosiddetta ‘zona grigia’, fatta di colletti bianchi, funzionari e tecnici compiacenti, imprenditori e politici corrotti”
L’ultima parte del dossier di Libera è dedicata all‘indagine sulla percezione delle mafie e della corruzione. Con il questionario “Corruzione in Sanità” promosso dallo Segretariato Italiano Studenti in Medicina (SISM)- APS.
L’inchiesta si è rivolta a un campione di 1498 tra studenti e neolaureati in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Professioni Sanitarie in varie università italiane. Ne emerge che nonostante il 71,8% ritenga la corruzione un problema grave, il 10% del campione crede invece che sia accettabile quando non crea danno o se finalizzata al raggiungimento di un obiettivo.
Una situazione da brividi, se consideriamo il valore sociale della sanità pubblica e il rischio che la corruzione di un funzionario divenga una prassi. E’ evidente che il problema è ben più diffuso e radicato, molto più vicino alla vita di tutti i giorni di quanto ci possa sembrare.
Valeria Zoppo