La misura preventiva contro il coronavirus è stata annunciata dal presidente degli Stati Uniti ieri sera durante il discorso a reti unificate.
Arriva dopo che l’OMS, l’organizzazione mondiale della sanità, ha classificato il coronavirus come “pandemia”.
Questa misura definita “dura ma necessaria contro l’orribile infezione”, entrerà in vigore da venerdì e non verrà applicata a Irlanda e Regno Unito. A tutela dell’economia, Trump ha anche annunciato un piano di prestiti alle piccole imprese e ha chiesto al Congresso di approvare un piano per ridurre la pressione fiscale.
Trump ha passato l’ultima settimana a sminuire la portata dell’influenza da coronavirus, per paura di destabilizzare i mercati. Questo ritardo nell’intervenire non è solo semplice incompetenza, dimostrata più volte in questi tre anni alla guida del Paese. In questo caso è voluta: se l’economia statunitense crollasse, la sua rielezione nel 2020 verrebbe messa seriamente a rischio.
La sua strategia finora è stata quella di minimizzare la situazione, rifiutandosi addirittura di sottoporsi al test fino all’altroieri.
Continuando a parlare del coronavirus come di un fenomeno che se ne andrà col caldo primaverile e che comunque riguardava solo Cina e Europa, ha poi effettuato molta pressione sugli scienziati per lo sviluppo rapido di un vaccino – cosa che richiederebbe almeno un anno di tempo.
L’unica nota positiva è stata la creazione di una taskforce, che mirava a far capire quanto la situazione fosse una priorità del governo. Peccato che a capo della task force sia stato messo il vicepresidente Mike Pence, responsabile del più alto contagio di HIV nella storia dello stato dell’Indiana di cui era governatore.
Una mossa politica, di pura auto-salvaguardia, totalmente indifferente alla salute dei cittadini, a cui Trump continua a mentire rassicurando che i test ci sono per tutti e sono “bellissimi e perfetti”.
LA SCIENZA VS TRUMP
L’accusa viene dalla famosa rivista scientifica Science, ed è pesantissima :
L’amministrazione o blocca le informazioni che diamo o le riformula piene di contraddizioni.
Questo il succo dell’editoriale pubblicato contro Donald Trump e la sua gestione dell’emergenza negli Stati Uniti. Il direttore H. Holden Thorp ha accusato il presidente di “insultare la scienza”, criticando la decisione di tagliare risorse alla CDC, il centro statunitense di prevenzione malattie della sanità pubblica americana e agli Istituti Nazionali di Sanità.
Mentre il direttore del dipartimento della Salute, Anthony Fauci, ha dichiarato al Congresso che la situazione peggiorerà e che tutto dipende dalla bontà delle misure del governo per rallentare il contagio da coronavirus.
UNA CATASTROFE ANNUNCIATA
Le misure appena annunciate sono già state criticate come insufficienti, e secondo Walter Ricciardi, membro dell’ Oms, “negli Stati Uniti sarà una catastrofe”. Gli ultimi dati ufficiali ci dicono che negli Stati Uniti risultano positive al coronavirus oltre 1.300 persone, con 38 morti. Si teme che a causa dei pochissimi tamponi disponibili, i casi siano molti di più. Secondo MarketWatch il prezzo per un tampone oscilla tra i 1.000 e i 4.000 dollari, a seconda dei casi.
Inoltre, ricordiamoci che negli states non esiste un sistema sanitario pubblico come quello europeo.
Il sistema sanitario Usa è privato e molti americani rinunciano alle cure perché non se le possono permettere. Basti pensare che in Italia con la nostra apprezzata sanità pubblica stiamo reggendo il colpo con sempre più difficoltà.
Si annuncia davvero una catastrofe allora, che forse farà capire molto più dei comizi del socialista Bernie l’esigenza di un sistema sanitario pubblico che funzioni per tutti.
Gloria Cadeddu