Coronavirus e ambiente: la natura, in questi mesi di chiusura forzata, si sta riprendendo piano piano i suoi spazi.
L’ambiente stava soffocando. Annaspava sotto i colpi di un’incessante impennata dell’inquinamento. Il Coronavirus e la nostra temporanea assenza dal mondo,con aerei fermi e riduzione di biossido di azoto, ha donato all’ambiente l’opportunità di recuperare. Gli effetti sono stati evidenti: delfini felici nei porti di Cagliari e Trieste, scaltre famigliole di cinghiali a zonzo per Bergamo e Roma, pesci che sguazzano nelle acque tornate cristalline dei nidi di Venezia.
L’uomo pecca particolarmente d’arroganza quando considera il mondo di sua esclusiva proprietà. La natura, quando ha la possibilità, ricorda a tutti che il pianeta brulica di vita e d’infinita bellezza. Di certo il coronavirus, pur nella sua pratica mortuaria, ha avuto un effetto positivo: ha liberato l’ambiente dall’uomo; gli ha concesso di respirare. Non è black humor, è un fatto, pur paradossale, su cui dovremmo soffermarci a riflettere. Su questo mondo non siamo soli. Non abbiamo assoluto potere.
Tuttavia, nonostante la tendenza positiva del momento, l’impatto “green” potrebbe avere ben presto terminare. Perché?! Dal 4 maggio inizierà la tanto attesa Fase 2. Da lì si spera che sia tutto in discesa e che la vita ritorni a scorrere esattamente come prima. Il problema, purtroppo, è che a farne le spese sarà di nuovo l’ambiente. La storia insegna che ad ogni shock economico è seguito un periodo di abbassamento delle emissioni. Purtroppo però, per supplire al disagio economico, le concentrazioni di CO2 hanno sempre avuto un’impennata incontrollata al momento della ripartenza. Questo potrebbe accadere anche adesso. In pratica, se non si fa attenzione, tutte le conquiste delle natura al periodo attuale saranno vane. Trump ha già annunciato la sospensione dell’applicazione sulle leggi ambientali, senza dare una data termine. Quindi, via libera all’inquinamento.
In Italia, è stato piacevole ed emozionante vedere i video dei delfini che giocavano indisturbati. Eppure, la pagina Facebook di Plastic Free ha postato una foto agghiacciante di un bel pescato nel porto di Ancona.
Perché non riusciamo mai a imparare dai nostri errori? In questa terribile tragedia, l’unico aspetto positivo è stato riscoprire un ambiente più sano, più pulito. Non abbiamo fatto nulla per meritarcelo: è stato un dono della natura e andrebbe preservato. Un ambiente malato non giova a nessuno. Molti si preoccupano di organizzare le vacanze estive: bene, bagnanti, attenzione! Se non si salvaguarda l’ambiente, potreste rischiare di fare il bagno tra guanti e mascherine! A che serve esaltarsi per i video degli animali che si riprendono i propri spazi nelle città deserte, se poi non si fa nulla di concreto per aiutarli a vivere!? Il mondo non è nostro.
La crisi in atto farà passare la questione ambientale in secondo piano. L’economia mondiale dovrà essere ricostruita ed è ovvio che diminuiranno gli incentivi per investire in fonti meno inquinanti. Le emissioni, una volta passata la bufera, aumenteranno senza che ci sia la volontà o la possibilità di intavolare trattative per impedirlo. In pratica, piena di debiti, l’Unione Europa potrebbe sospendere molti piani green, nei quali pure si era impegnata di recente. Dunque, almeno nel nostro piccolo, sarebbe il caso di fare attenzione.
Questo Covid19 ha spezzato molte vite. A questo costo così elevato, sprecare l’opportunità di dare nuova linfa al pianeta, è abominio.
Le implicazioni tra coronavirus e ambiente sono complesse e strutturate. Bisognerebbe analizzare una serie di fattori spesso contraddittori. Sicuramente, la distruzione di interi ecosistemi, il commercio brutale di alcune specie animali, la modernizzazione incontrollata sono tutti aspetti che hanno favorito la nascita di nuovi agenti patogeni. Dunque, sarebbe il caso di non perdere di vista un aspetto fondamentale: un ambiente malato, infetta tutti i suoi abitanti.
Antonia Galise