Corea del Sud: verso il divieto graduale della carne di cane

Un importante passo avanti nella lotta contro una pratica radicata nella storia del paese che negli ultimi anni ha suscitato crescente disapprovazione, in particolare tra i giovani.

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Corea del Sud: verso il divieto graduale della carne di cane

Il governo sudcoreano si prepara a porre fine al controverso mercato della carne di cane, promettendo di vietarne il consumo entro il 2027. Un annuncio che segna un passo significativo nella trasformazione delle percezioni culturali e sociali riguardo a questo antico commercio.

In un significativo passo verso la fine di un’usanza controversa e crudele. La Corea del Sud si prepara a introdurre una legge storica che vieterà la produzione e la vendita di carne di cane entro il 2027. Questa decisione, in fase di approvazione, segna un cambiamento significativo in un paese in cui più di mezzo milione di cani sono destinati ai macelli ogni anno.

Attualmente, la Corea del Sud conta oltre 1.150 allevamenti di cani, dove gli animali vengono cresciuti per essere successivamente macellati. Nonostante la pratica abbia radici nella storia culturale del paese, è stata oggetto di crescenti critiche e pressioni da parte di attivisti per i diritti degli animali e di una parte sempre più consistente della popolazione.

La decisione di vietare la carne di cane rappresenta un punto di svolta, poiché questa pratica, sebbene radicata nella storia culturale del paese, ha suscitato crescente disapprovazione e critiche per la sua crudeltà. La mancanza di una normativa chiara ha permesso che questa usanza persistesse nel tempo. A tal proposito, il Partito del Potere Popolare ha annunciato l’intenzione di porre fine definitivamente a questa pratica. Indicando un “calendario normativo” che porterà all’approvazione di una legge speciale entro la fine del 2023.




Il deputato Yu Eui-dong ha dichiarato: “Prevediamo l’emanazione di una Legge speciale per vietare la carne di cane entro quest’anno”. Sottolineando l’impegno del governo nel porre fine a questa pratica controversa. L’annuncio è giunto dopo un incontro che si è tenuto venerdì 17 novembre 2023 in Parlamento a Seoul. Al quale hanno partecipato funzionari del ministero dell’Agricoltura e attivisti per i diritti degli animali. Tra cui rappresentanti di Humane Society International, un’organizzazione animalista presente per sostenere il divieto.

Chae Jung-ah di Humane Society International ha commentato positivamente l’annuncio del governo sudcoreano. Definendolo “come un sogno che diventa realtà per tutti noi che ci siamo battuti per porre fine a questa crudeltà“.

Tuttavia, Joo Young-bong, a capo dell’Associazione coreana degli allevatori di cani, ha espresso preoccupazione, definendo l’intera iniziativa “impraticabile”. L’associazione rappresenta gli allevatori che crescono cani in condizioni che spesso sono state denunciate come spaventose. Ha sottolineato le sfide pratiche che potrebbero emergere durante la transizione.

Il disegno di legge dovrebbe essere perfezionato entro il 2023, con l’entrata in vigore programmata per il 2027

La proposta legislativa prevede un periodo di transizione di tre anni per consentire la graduale scomparsa dell’industria del macello di cani. In pratica, se il processo procederà senza intoppi, il divieto potrebbe entrare in vigore nel 2027. Pur non essendo una soluzione immediata, l’approccio graduale è stato scelto per agevolare gli allevatori, i commercianti, i macellai e i proprietari di ristoranti coinvolti in questa pratica. Consentendo loro di adattarsi al cambiamento.

Inoltre, il governo sudcoreano ha previsto incentivi e bonus per sostenere la transizione di coloro che lavorano nell’industria della carne di cane. Questi aiuti economici mirano a facilitare la trasformazione delle attività, incoraggiando gli operatori a orientarsi verso settori più etici, come la coltivazione di piante e ortaggi. Questa misura mira a mitigare, soprattutto, l’impatto economico sulla filiera e facilitare una transizione senza traumi.

Questa iniziativa rappresenta non solo una vittoria per gli attivisti per i diritti degli animali, ma anche un segno tangibile del cambiamento sociale e culturale in atto in Corea del Sud. La consapevolezza crescente del benessere animale e la volontà di porre fine a pratiche considerate cruente stanno guidando il paese verso un futuro più compassionevole nei confronti degli animali.

Una trasformazione culturale

La Corea del Sud, una volta vista come una nazione in cui il consumo di carne di cane era radicato nelle tradizioni, sta attraversando una trasformazione culturale. Oltre sei milioni di cani sono stati accolti come animali domestici nelle case sudcoreane, segnalando un cambiamento significativo nelle percezioni e nelle abitudini alimentari della popolazione. Questo numero è vicino all’8,8 milioni di cani domestici in Italia, con una popolazione significativamente più grande.

Uno studio commissionato da Humane Society International Corea ha rivelato che l’86% dei cittadini sudcoreani non ha intenzione di consumare carne di cane in futuro. Questo dato riflette un cambiamento radicale nelle preferenze alimentari e rappresenta un chiaro segnale del rifiuto crescente del consumo di carne di cane nella società sudcoreana.

La proposta di legge rappresenta un passo avanti non solo nella tutela degli animali, ma anche nella ridefinizione delle tradizioni culturali. La decisione del governo di vietare il consumo di carne di cane sottolinea l’importanza di equilibrare tradizioni culturali con una crescente consapevolezza e sensibilità nei confronti del benessere animale, segnando un nuovo capitolo nella storia della Corea del Sud.

Felicia Bruscino

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