Fare l’Erasmus in Corea del Nord? Da oggi si può. Il leader supremo Kim Jong-un ha infatti ordinato di recente l’apertura della Kim Il-sung University agli studenti stranieri.
Fondata nel 1946 e situata in un campus nella capitale Pyongyang, è la prima università sorta in Corea del Nord e porta il nome del primo presidente della nazione, nonno paterno dell’attuale leader. La decisione, di certo sorprendente data la natura del regime nordcoreano, è stata trasmessa da Kim Jong-un all’ateneo per mezzo di una lettera in occasione del 70° anniversario della sua fondazione. “L’università” – ha scritto il presidente – “dovrebbe ricevere molti studenti stranieri in modo che possano apprendere non solo la lingua coreana, ma anche seguire i corsi regolari e i dottorati dei dipartimenti di vario genere.” Inoltre, il leader ha invitato ad avviare un ampliamento delle ricerche e degli studi in collaborazione con istituti e collegi di paesi stranieri.
La Kim Il-sung University è già nota per la pubblicazione di lavori di ricerca di un livello tale da poter essere presentati in meeting internazionali e pubblicati sulle più importanti riviste scientifiche del mondo. Il progetto prevede proprio l’organizzazione di seminari periodici di levatura internazionale e, in generale, l’attrazione del maggior numero possibile di studenti stranieri, per dimostrare la fama dell’ateneo su scala mondiale. Un grande passo avanti, dunque, per la Corea del Nord nell’ottica di apertura al mondo esterno.
C’è da dire però che uno studente di qualsivoglia nazionalità potrebbe incontrare non pochi ostacoli decidendo di trasferirsi nel campus di Pyongyang. Un esempio: la Corea del Nord ha la sua rete internet. Si chiama Kwangmyong ed è una rete isolata, non connessa all’Internet mondiale. Permette di mandare email, visitare i siti di regime (che sono solo 28), accedere a una biblioteca elettronica e leggere le news, opportunamente filtrate. Addio quindi a ogni speranza di rimanere in contatto con famiglia e amici tramite Skype e i maggiori social network. Un altro fatto, forse ancora più preoccupante, è che i blue jeans sono illegali perché il denim rappresenta l’America capitalista. Forse, per attrarre davvero un buon numero di studenti stranieri, il leader supremo dovrebbe allentare la presa anche su altri fronti.