Coppia indù si sposa a Ratlam, distretto dello Stato federato indiano del Madhya Pradesh. Mentre le morti giornaliere nel Paese hanno raggiunto il numero record di 3.689, cerimonie ed eventi sociali continuano ad effettuarsi. Dopo il lockdown più severo del mondo, il governo di Modi ha preso una strada totalmente opposta, ignorando la pandemia nonostante le catastrofiche conseguenze del Covid-19. La popolazione indiana è letteralmente decimata, mentre il Covid continua a colpire anche i più giovani. Contro tweets, post e messaggi in disaccordo con la gestione dell’emergenza, il governo di Delhi ha risposto con la censura di tutti i commenti di critica dal subcontinente. Si continua a fingere che la vita sia quella di sempre, nonostante i morti bruciati nelle strade.
Coppia indù con Kit DPI completo, ma con assembramenti
La coppia di Ratlam si è sposata lo scorso 26 Aprile, nonostante lo sposo fosse stato dichiarato positivo già dal precedente 19 Aprile. Hanno preso i voti comunque, mentre il Pandit intonava i mantra sacri. Le tre persone indossavano tutti i dispositivi di protezione individuale esistenti. Il kit DPI tuttavia, non era sufficiente in quanto non era possibile tenere un metro di distanza. La coppia era seduta fianco a fianco e il sacerdote si muoveva a
xml:lang=”EN-US” data-contrast=”auto”>ttorno a loro di continuo. Il matrimonio si è svolto in una sala nuziale, come stabilirebbe la prassi se non ci fosse il Covid. È stata l’amministrazione locale a dare il permesso di celebrare le nozze, nonostante l’ecatombe da seconda ondata che si sta verificando In queste settimane. Nella sala erano presenti anche le famiglie degli sposi e gli ufficiali della polizia, indossando semplicemente mascherine chirurgiche.
Pandemia fuori controllo: in attesa degli aiuti
La gestione della pandemia in India è fuori controllo. A mancare non sono solo respiratori e ossigeno, ma innanzitutto la consapevolezza da parte di cittadini e soprattutto delle autorità locali. Continuano gli assembramenti in luoghi pubblici e le celebrazioni. A partire dal bagno nel Gange lo scorso 12 Aprile per il pellegrinaggio più popoloso del mondo, nella ricorrenza del Kumbh Mela. La festa sacra indù si tiene ogni 12 anni, e il primo ministro Modi ha ritenuto che nemmeno una pandemia avrebbe dovuto fermarla. I centri crematori lavorano 24 ore al giorno, ma non riescono a smaltire i cadaveri.
E dire che allo scoppiare della pandemia Modi impose quello che l’Occidente ha definito il lockdown più severo al mondo. In tutto il Paese si contavano appena 519 casi e 10 morti. Ma anche in quel caso il Covid si è rivelato una tragedia: il blocco è stato devastante per l’enorme fascia povera della popolazione, caduta nello stato di totale indigenza. L’allentamento delle misure lo scorso giugno ha visto un incremento costante dei contagi. Adesso il Paese è allo stremo, e in attesa degli aiuti che stanno arrivando da tutto il mondo. L’obiettivo è effettuare vaccinazioni a tappeto immunizzando 900 milioni di adulti su un totale di 1 miliardo e 300 mila abitanti. Ma prima di allora, l’India dovrà versare molte altre lacrime.
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Elena Marullo