Tutti a caccia della Nuova Zelanda. Gli All Blacks sono i grandi favoriti della coppa del mondo di rugby, che prende il via venerdì in Giappone con la sfida tra i padroni di casa e la Russia. Ma la strada verso il tris iridato si prospetta piuttosto insidiosa. Ci sono almeno altre quattro squadre che possono essere considerate tra le pretendenti al titolo, per storia e risultati recenti.
IL BORSINO DELLE FAVORITE
Il quindici guidato da Steve Hansen, dopo i trionfi del 2011 e del 2015 insegue una storica tripletta, per chiudere un ciclo irripetibile. L’avvicinamento alla rassegna iridata non è stato però dei migliori. I risultati sottotono nel Rugby Championship, chiuso al terzo posto dietro a Sudafrica e Australia, e le condizioni fisiche precarie di alcuni dei suoi uomini più rappresentativi, da Sonny Bill Williams a Brodie Retallick, hanno creato un certo allarme nell’ambiente neozelandese. Ma nessuna altra squadra ha la capacità di tirare fuori talenti al momento opportuno. Tra gli elementi più attesi, i tre fratelli Barrett, Kieran Read e Ardie Savea.
Chi può insidiare la leadership neozelandese? Un avversario da temere è certamente l’Irlanda, non fosse altro che per due motivi. I verdi arrivano al Mondiale da primi nel ranking iridato, e sono stati capaci negli ultimi anni di battere in due occasioni i detentori del titolo. I numeri però non sono dalla loro parte. Nella sua storia, la nazionale del trifoglio non è mai andata oltre i quarti di finale. Riuscirà stavolta a sfatare il tabu? Molto dipenderà dalle condizioni di Jonathan Sexton, reduce da un’annata difficile dal punto di vista fisico.
Un’altra formazione che arriva in terra asiatica con ambizioni importanti è il Galles. Il trionfo con grande slam nell’ultimo Sei Nazioni, e la conquista seppur provvisoria, nelle scorse settimane, del primo posto nel ranking, mette gli uomini di Warren Gatland nel gruppo delle pretendenti all’iride. Le stelle? Dan Biggar, Leigh Halfpenny e Liam Williams.
Anche il Sudafrica, dopo un periodo difficile, sembra aver rialzato la testa. Sotto la cura del nuovo c.t Rassie Erasmus, la squadra ha ritrovato la sua compattezza, e i recenti risultati estivi lo dimostrano. L’esordio proprio contro gli All Blacks potrà dare subito indicazioni importanti sulle reali potenzialità della Sprinboks. Punti di forza? Mischia e trequarti.
Non va poi dimenticata l’Inghilterra, che quattro anni fa subì una precoce e clamorosa eliminazione al primo turno. Eddie Jones ha lavorato duramente per portare ai nastri di partenza un quindici competitivo. I risultati dei test match sono stati incoraggianti, ma il girone iniziale non è dei più semplici. Da seguire Owen Farrell, Manu Tuilagi e Billy Vunipola.
LE OUTSIDER
Difficile considerare l’Australia una semplice outsider. I Wallabies, finalisti nella passata edizione, arrivano al torneo con tanti problemi. Il commissario tecnico Michael Cheika è sotto forte pressione e senza l’uomo di maggior talento, Israel Folau, escluso dal team per le sue posizioni omofobiche. Situazione simile per la Francia, che pur non avendo brillato nelle ultime stagione, quando arriva la coppa del mondo è sempre capace di tirare fuori prestazioni di alto spessore, come dimostrano le tre finali giocate in passato. Da seguire anche Scozia e Argentina.
E L’ITALIA?
Il destino di Parisse e compagni sembra già segnato. Nella nostra storia non siamo mai riusciti a superare il primo turno, e quasi sicuramente anche stavolta andrà così. Nel girone B, quello in cui siamo stati inseriti, ci sono infatti sia Nuova Zelanda che Sudafrica. E siccome soltanto le prime due accederanno ai quarti di finale, bisognerebbe batterne almeno una per sognare l’ingresso tra le magnifiche otto. Con i sudafricani vincemmo a Firenze nel novembre 2016. Ma sembra passata un’era geologica, e in questi anni la nostra squadra sembra aver camminato all’indietro. L’obiettivo più plausibile sarà quello di portare a casa almeno le due gare con Namibia e Canada, conquistando così il terzo posto che varrebbe la qualificazione diretta al Mondiale 2023.
L’ALBO D’ORO
Sono otto, finora, le edizioni di coppa del mondo disputate. Di queste, ben sette sono state vinte da squadre dell’emisfero meridionale. La Nuova Zelanda guida l’albo d’oro con tre successi. Due trionfi per Australia e Sudafrica. L’unica compagine europea a vincere è stata l’Inghilterra, mentre la Francia ha perso tutte le tre finali giocate.
LA FORMULA
Saranno 20 le squadre che prenderanno parte alla nona edizione della coppa del mondo di rugby. Quattro i gironi, da cinque formazioni ciascuno. Si parte il 20 settembre, a Tokyo, con il confronto tra il Giappone e la Russia, prima partita del gruppo A composto anche da Irlanda, Scozia e Samoa. Le due compagini europee sono le favorite per il passaggio del turno. I padroni di casa però, dopo lo sgambetto al Sudafrica di quattro anni fa, sognano di ripetersi.
Detto del nostro girone, va seguito con interesse il gruppo C, nel quale a giocarsi la qualificazione saranno con ogni probabilità Inghilterra, Francia e Argentina, senza dimenticare le pur insidiose Tonga e Stati Uniti. Nel gruppo D infine, Galles e Australia appaiono le chiare favorite al passaggio del turno. Le Figi si candidano al ruolo di terzo incomodo, mentre Georgia e Uruguay non dovrebbero rappresentare degli ostacoli insormontabili.
IL CALENDARIO DELL’ITALIA
I ragazzi di Conor O’Shea faranno il proprio debutto domenica 22 settembre sfidando la Namibia a Osaka (ore 7.15 italiane). La seconda sfida, quella con il Canada, è invece in programma giovedì 26 settembre a Fukuoka (fischio d’inizio ore 9.45). Venerdì 4 ottobre si giocherà Italia-Sudafrica a Shizuoka (ore 11.45). Chiusura di girone contro la Nuova Zelanda, sabato 12 ottobre (ore 6.45) a Toyota.
Tra le altre sfide di cartello della prima fase, Nuova Zelanda-Sudafrica il 21 settembre, Australia-Galles il 29 settembre e Inghilterra-Francia il 12 ottobre.
Per chi volesse seguire le partite in diretta, quelle dell’Italia, i big match della prima fase e le sfide dai quarti di finale in poi saranno trasmesse sui canali Rai.
DINO CARDARELLI