Dead-line per la copertura vaccinale
La lunga lotta per la copertura vaccinale nelle scuole è arrivata alla giornata campale. Quest’oggi, 10 marzo 2019, è infatti (a meno di ripensamenti dell’ultimissimo minuto) l’ultimo giorno della proroga per mettersi in regola con le disposizioni del decreto Lorenzin.
Tutti i genitori che non hanno consegnato documenti originali attestanti la copertura vaccinale del figlio, potrebbero vedere i propri bambini non ammessi alle strutture scolastiche.
La legge Lorenzin, emanata dal precedente governo nel 2017, regolamentava soprattutto l’accesso al nido e alla scuola materna. Secondo il provvedimento, i bambini senza attestazione della copertura vaccinale, non sarebbero potuti entrare in classe, così da evitare pericolosi contatti.
Ad esempio, qualora uno studente non vaccinato interagisse con uno immuno-depresso, per il secondo le conseguenze fisiche potrebbero essere molto gravi.
Nell’ultimo periodo, il Vicepremier Matteo Salvini ha parlato sulla questione vaccini, auspicando un’ulteriore proroga per consentire l’accesso a scuola dei bambini sprovvisti di vaccinazioni.
Il comunicato dell’Associazione Nazionale Presidi
L’associazione Nazionale Presidi (Anp) si è espressa in modo chiaro sulla questione.
Senza certificato assicurante la copertura vaccinale del piccolo, questi non potranno accedere ai locali scolastici.
Nel comunicato stampa veniva anche data la motivazione dietro questa presa di posizione.
I presidi, semplicemente, intendono rispettare la legge.
Le sanzioni disposte in caso di mancata vaccinazione variano a seconda del grado dell’istituto in cui sono iscritti i bambini non in regola.
Negli asili e le altre strutture per la prima infanzia, i bambini senza adeguata documentazione non potranno entrare. Per tutti gli altri, dalla scuola elementare in su, scatterà invece una sanzione pecuniaria fino a Euro 500.
Da quando la legge Lorenzin è stata varata, la situazione vaccinale in Italia è globalmente migliorata. Nonostante questo, è in discussione in Parlamento una modifica del decreto, che verrebbe reso attuabile solo in casi di emergenza o compromissione dell’immunità di gregge.
Stefano Mincione