COP27: l’Egitto di al-Sisi tra clima e diritti civili

gut7q COP27 jg7uw

L’Egitto di al-Sisi è, ancora una volta, teatro di violazioni di diritti civili. A pochi giorni dall’inizio della COP27, infatti, i servizi di sicurezza egiziani hanno iniziato a portare avanti una dura campagna di repressione nei confronti di cittadini, accusati di voler protestare contro la Conferenza annuale delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (COP27), in programma dal 6 al 18 novembre 2022 a Sharm el-Sheikh.

Gli arresti preventivi e il controllo dei civili

al-Sisi, Presidente dell’Egitto, paese che ospiterà la COP27

In occasione della COP27, l’11 novembre, gruppi di attivisti egiziani hanno organizzato una manifestazione di protesta che avrà come bersaglio l’ipocrisia del governo al-Sisi. Appurato è, infatti, l’intento del presidente egiziano di servirsi della COP27 per guadagnare finanziariamente e rafforzare la sua posizione a livello internazionale. La questione climatica, dunque, non è tra le sue priorità. Venuto a conoscenza della volontà di protestare da parte di associazioni di attivisti, il governo ha deciso di intervenire con una severa repressione.

L’organizzazione no-profit  Middle East Monitor ha iniziato, infatti, a riportare sul proprio sito testimonianze di cittadini egiziani, fermati casualmente a Il Cairo dalle forze di sicurezza. Dopo averle perquisite, la polizia ha sequestrato i cellulari delle persone trattenute per controllare la presenza nei loro dispositivi di eventuali contenuti antigovernativi.

Al quotidiano Mada Misr, l’avvocato per i diritti umani Mohamed Ramadan ha inoltre raccontato di essere stato testimone oculare dell’arresto di sei persone ad Alessandria. I civili sono risultati colpevoli di aver pubblicato sui social contenuti riguardanti la manifestazione prevista per l’11 novembre. Ha poi aggiunto di aver assistito al fermo di altre trenta persone nella stessa giornata.

Il 25 ottobre, poi, le autorità turche hanno arrestato il giornalista Hossam Al-Ghamry, ex direttore dell’importante emittente vicina ai Fratelli Musulmani, Al-Sharq TV channel.  Il capo d’accusa è quello di aver contribuito ad alimentare gli appelli a scendere in piazza, nei giorni della COP27, contro l’operato di al-Sisi.

Con un tweet, Al-Ghamry ha confermato l’arresto tre giorni dopo.

Questo va oltre lo stato di polizia. Questa è un’isteria fascista che mostra la falsità di qualsiasi pretesa di riforma o dialogo del presidente al-Sisi.

Ha scritto su Twitter lo scrittore e ricercatore egiziano Amr Magdi.

COP27: un’occasione per parlare di diritti civili

Nel frattempo, gruppi di attivisti egiziani per i diritti civili stanno alzando la voce contro il governo affinché non continui a commettere soprusi contro i manifestanti. Inoltre, il collettivo Cop Civic Space, il cui motto è No climate justice without open civic space, sta esercitando pressioni sulle autorità egiziane affinché vengano rilasciati i migliaia di prigionieri politici detenuti da anni nelle carceri in attesa di processo. La COP27 può e deve diventare occasione per puntare i riflettori sull’Egitto di al-Sisi, oggi più che mai teatro di violazioni dei più basilari diritti civili.

Elena Malusardi

 

 

 

Exit mobile version