Lo scorso 21 ottobre ha preso il via a Cali, in Colombia, la 16ª Conferenza delle Parti (Cop16) della Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD), un trattato internazionale adottato nel 1992 e ratificato da 196 paesi. Questa convenzione è uno dei principali strumenti globali per il summit della COP16 per la biodiversità e la sua protezione. Finora però non ha ottenuto risultati significativi, con la perdita di biodiversità che rappresenta una delle crisi ambientali più preoccupanti, e un ritardo preoccupante accusato da parte della maggior parte dei paesi nel presentare i progetti – tra cui l’Italia. Il summit della COP16 per la biodiversità, che si terrà fino al prossimo primo novembre, prevede che i 196 paesi che hanno sottoscritto la Convenzione presentino piani e strategie per preservare la flora e la fauna sul suolo terrestre.
Gli obiettivi del vertice COP16 per la biodiversità
Il focus principale della conferenza COP16 per la biodiversità è verificare i progressi fatti rispetto agli impegni presi nella precedente Cop15 di Montréal, nel 2022, dove fu adottato il Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework. L’obiettivo più ambizioso di questo accordo è il “30×30”, cioè proteggere il 30% della superficie terrestre e marina entro il 2030. Altri obiettivi includono l’equa condivisione dei profitti derivanti dall’uso delle risorse genetiche e il reperimento di fondi sufficienti per finanziare la conservazione della biodiversità, stimati in 200 miliardi di dollari all’anno.
L’occasione per Cali, la città colombiana nella Valle del Cauca, di ospitare la COP16 per la biodiversità è un’occasione di resistere ancora di più alle minacce di disboscamento e di sfruttamento del territorio. Oltre agli interessi e ai mega profitti delle grandi multinazionali, questa parte della Colombia si è sempre trovata a combattere contro il cartello delle droghe e la grande rete di narcotraffico. Ancora oggi, ci sono molte bande armate che occupano vaste aree di boschi e foreste e minacciano disboscamenti massicci in cambio di alleanze o affari con il governo.
Antonio Guterres, segretario generale dell’ONU, ha poi sottolineato che, oltre ai progetti specifici e agli accordi internazionali, bisogna sempre cercare di investire in maniera significativa nei confronti della biodiversità, attraverso piani e fonti di finanziamento tanto pubblici quanto privati.
La COP16 per la biodiversità è un’occasione importante anche per la Colombia stessa, il paese ospitante. Lo Stato fa parte di un’area verde molto vasta, attualmente in grave pericolo, che rappresenta un pò il pilastro fondamentale della questione ambientale. In America Latina si estende infatti la Foresta Amazzonica e più del 60% della biodiversità mondiale. La preservazione dell’ambiente è quindi uno dei punti più importanti nell’agenda politica di Petro, il Presidente colombiano.
Prospettive e sfide finanziarie
Uno dei temi centrali della COP16 per la biodiversità è la questione delle risorse finanziarie, che riguarda il contributo dei vari paesi, con una spaccatura tra quelli ricchi e quelli poveri su come distribuire le responsabilità economiche. Inoltre, i progressi verso l’obiettivo del 30×30 sono limitati: attualmente, solo l’8% degli oceani gode di una protezione formale, con appena il 3% coperto da una tutela rigorosa.
Una notizia positiva è però arrivata dalle Azzorre, dove il governo regionale ha annunciato la creazione della più grande riserva marina dell’Unione Europea, coprendo il 30% delle acque dell’arcipelago. Un esempio di come iniziative locali possano contribuire a raggiungere gli obiettivi globali prefissati.
L’Italia, così come altri paesi europei, ha molto da fare per allinearsi agli obiettivi del 2030. Attualmente, il nostro paese protegge solo l’11% delle aree terrestri e meno del 5% delle aree marine. L’ultima Area Marina Protetta risale al 2019, e gli ultimi parchi nazionali significativi al 2016. La Commissione Europea ha inoltre aperto un procedimento nei confronti dell’Italia per la mancata copertura di adeguati habitat nella Rete Natura 2000.
La strada verso un futuro sostenibile
La Cop16 per la biodiversità di Cali è stata definita come la “Cop dell’implementazione”, con l’obiettivo di trasformare le parole in azioni concrete. I paesi devono presentare piani chiari per allineare le loro politiche nazionali agli obiettivi del framework, onorando le promesse fatte sui finanziamenti e accelerando il sostegno ai paesi in via di sviluppo.
Questo significa anche abbandonare la maggior parte dei piani di profitto e sfruttamento del territorio. Gustavo Petro ha molto a cuore il tema della protezione: infatti, prima tra tutte vi è la questione della produzione di idrocarburi, principale prodotto di esportazione del paese e che il Presidente vuole pian piano marginalizzare.
La conferenza si articolerà in 12 giorni di sessioni plenarie, incontri di gruppi di lavoro ed eventi collaterali, con l’obiettivo di consolidare l’impegno dei paesi nel proteggere la biodiversità globale. Si discuteranno temi cruciali come l’accesso alle risorse genetiche, la condivisione equa dei benefici derivanti e le politiche per il ripristino degli ecosistemi.
La Cop16 per la biodiversità rappresenta un’occasione cruciale per valutare i progressi e accelerare l’azione verso la salvaguardia della biodiversità. Ma il cammino resta irto di sfide, soprattutto per quanto riguarda la necessità di una maggiore collaborazione internazionale e la mobilitazione delle risorse finanziarie necessarie.