Un team di ricercatori svizzeri provenienti da The Paul Scherrer Institute e da ETH Zurich ha pubblicato uno studio su Science relativo alla scoperta di un nuovo metodo a basso costo per convertire il metano in metanolo. Il processo viene proposto dagli stessi studiosi come una tecnologia che potrebbe essere utilizzata in situ presso i pozzi di gas per convertire il gas in eccesso, che attualmente viene bruciato, in un’alternativa liquida facile da trasportare.
Metano e metanolo
Il metano è la componente gassosa principale nel gas naturale, cioè la miscela di gas prodotto dalla decomposizione anaerobica (in mancanza di ossigeno) di materiale organico
Il metanolo invece è il membro più semplice della famiglia degli alcoli che sono dei composti organici i cui tipi più leggeri si presentano sotto forma di liquidi.
Il metanolo ha diversi vantaggi rispetto al metano anche nell’impiego come carburante, il problema è che si ottiene con varie tecniche e mezzi, anche dai rifiuti, ma è un processo costoso e/o scomodo da usare sul posto di estrazione, almeno lo era coi metodi provati in precedenza. Ad esempio esistevano già dei processi per ottenerlo tramite ossidazione del gas naturale ma il metodo richiedeva alta pressione ed alta temperatura.
Il nuovo metodo per convertire il metano in metanolo
Il metodo ideato dagli scienziati svizzeri utilizza solo acqua (al posto dell’ossigeno) come agente ossidante, questo è reso possibile grazie all’impiego di un letto di rame contenente zeolite (un minerale di origine vulcanica), proprio il materiale roccioso permetterebbe all’acqua di agire da agente ossidante, il che vuol dire ovviamente che la molecola d’acqua si scinde e infatti secondo i ricercatori l’unico prodotto di risulta che accompagna il desiderato metanolo è l’idrogeno (serve ricordare che ogni molecola d’acqua è formata da due atomi di idrogeno e uno di ossigeno?).
Vantaggi ambientali
Ho accennato al vantaggio economico che deriverebbe dal trasformare gas che attualmente viene bruciato in un liquido facilmente trasportabile, ma se quello che per ora è solo un esperimento di laboratorio per provare una teoria, di cui non abbiamo idea se l’applicazione su larga scala sarà davvero fattibile tecnicamente e vantaggiosa economicamente, troverà applicazione presso i pozzi di gas naturale eviteremmo di bruciare metano nell’atmosfera (ecco perchè sui pozzi come quelli nella foto vediamo spesso quelle fiamme, è il gas in eccesso che viene bruciato). Per fortuna non ne bruciamo poi molto ma il metano è un gas serra, molto più dell’anidride carbonica.
Inoltre si può pensare anche ad applicazioni per l’idrogeno che deriva dal processo, ad esempio ricavarne celle a combustibile.
Fonte immagine: www.nytimes.com
Roberto Todini