Da mesi si respira aria di controffensiva ucraina nei giornali di mezzo mondo. Ora é davvero arrivata?
A Bakhmut si gioca una delle partite più importanti della guerra in Ucraina: da un lato abbiamo l’esercito ucraino che continua imperterrito la sua controffensiva, nel tentativo di riconquistare terreno nel Donbass; dall’altro abbiamo l’esercito russo che vuole tenere in pugno il territorio per potersi concentrare con maggiore attenzione nell’area sud-est dell’Ucraina, in particolare verso Kherson.
Cosa sta succedendo a Bakhmut
La città di Bakhmut è collocata nel cuore del Donbass e attualmente le truppe ucraine bloccano l’avanzata russa nel territorio. Sono mesi che gli ucraini tengono bloccati i russi in città, ma nell’ultima settimana si sta parlando di una vera e propria controffensiva ucraina senza eguali, che farà da base ad una riconquista non solo del Donbass, o di una buona parte di esso, ma anche di Kherson e Zapirizzja. Grazie ai nuovi mezzi militari arrivati dall’Occidente, come le munizioni all’uranio impoverito e i carri armati tedeschi ed inglesi (qui per approfondire), l’Ucraina può mettere in piedi una controffensiva credibile ma che rischia di esaurirsi in poche settimane: come abbiamo avuto modo di vedere nel precedente articolo (qui), non sarà un numero limitato di mezzi moderni a fare la differenza a lungo termine sul campo.
L’inizio della controffensiva ucraina
Anche io mi associo alle voci in cui si afferma che questa controffensiva è concretamente iniziata: in realtà è da diverse settimane che l’esercito ucraino conquista territorio, non solo nel Donbass, ma tanto e tutto insieme come a Bakhmut era da un bel po’ che non si vedeva. In soli tre giorni sono stati liberati oltre 16 chilometri quadrati di territorio e si stima che nei prossimi giorni le truppe russe potrebbero addirittura ritirarsi dall’area, previsioni però da prendere con le pinze.
Nel tentativo di sbaragliare le forze ucraine, la Russia nella notte del 14 maggio ha lanciato una nuova ondata di attacchi in oltre 10 regioni, compresa la capitale. Putin sicuramente punta a distruggere anche le nuove armi occidentali arrivate a Kiev, come i missili terra-aria Patriot o gli stock di munizioni e mezzi corazzati, più per una questione di rapidità, a mio avviso, che di paura: in una guerra di logoramento questi mezzi non fanno altro che prolungare il conflitto, non lo vincono.
Quanto durerà la controffensiva ucraina?
Una domanda che si pongono in pochi e su cui possiamo solo fare delle ipotesi: l’accumulo di armi occidentali moderne fornite a Kiev, permetterà all’Ucraina di portare avanti una controffensiva consistente ma destinata a non durare nel tempo, a meno che non si cambino le armi donate e soprattutto la quantità. La controffensiva ucraina, in più, può essere efficiente in alcuni punti determinati e circoscritti: è altamente improbabile che riesca a tenere testa su tutti i lati, contando che il conflitto è esteso ai circa 3/4 del territorio ucraino. Di conseguenza, dovrà inevitabilmente lasciare scoperto qualche nervo.