Contro l’obsolescenza programmata: la Spagna apre la strada in Europa

La Spagna si schiera contro l’obsolescenza programmata.

La nuova legge spagnola contro l’obsolescenza programmata sarebbe già stata approvata dal Consiglio dei Ministri, e quindi ad un passo dall’applicazione. La nuova norma estende di un anno la garanzia dei prodotti venduti sul suolo iberico, quell’anno finora ottenibile soltanto pagando la cosiddetta estensione di garanzia.




La novità, relativa non soltanto all’informatica ed all’elettronica di consumo ma ad ogni genere di articolo, arriva dopo che il 1 marzo 2021 la Comunità Europea ha promulgato una nuova legge in favore del diritto a riparare.

La direttiva europea, denominata appunto Right to repair, dispone che i pezzi di ricambio rimangano disponibili per un periodo che si estende dai 7 ai 10 anni dalla data di immissione del prodotto sul mercato.

La legge spagnola si uniforma perfettamente a quella comunitaria.

Madrid ha infatti disposto che, oltre all’anno di garanzia in più, i pezzi di ricambio restino disponibili per un periodo di 10 anni, confermando in pieno quel diritto a riparare invocato dall’Europa. La Spagna fa dunque da apripista del settore nel Vecchio Continente, in quanto primo Paese ad approvare questo genere di legge.

In una certa chiave di lettura, l’iniziativa pare essere a favore del consumatore.

Ottenere la garanzia estesa senza dover pagare è infatti, ovviamente, un vantaggio. Anche il fatto di poter riparare i propri dispositivi per un periodo più lungo, anziché doverne comprare per forza uno nuovo, potrebbe costituire un notevole risparmio per gli utenti, naturalmente per quelli meno modaioli, che rinunciano all’ultima uscita senza troppi pensieri.

All’orizzonte di questa piccola rivoluzione sorge però un problema.

Ritrovandosi la Spagna ad essere, come dicevamo, l’unico Paese (almeno per ora), ad applicare questo tipo di leggi, le aziende produttrici potrebbero rifarsi sui consumatori. Il rischio, infatti, è che i produttori gonfino i prezzi di partenza. In questo modo farebbero pagare comunque, per forza, quell’estensione di garanzia che prima era una scelta personale.

La nuova legge presenta poi altri due elementi da non sottovalutare.

Il primo è il criterio di durabilità definito come un qualcosa di oggettivo. Se il prodotto non dovesse durare almeno per il periodo concordato dalle parti, l’utente avrebbe il diritto alla riparazione o alla sostituzione. Si allungherà poi a 5 anni, contro i 3 precedenti, il periodo entro il quale si ha diritto ad esercitare un reclamo, che si accompagnerà all’obbligo per le aziende di rendere disponibili i contenuti digitali immediatamente dopo l’acquisto, con buona pace di preordini e simili.

Riuscirà la Spagna a battere il consumismo?

Mariarosaria Clemente

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