Contro la paura racconta del grande inganno.
Il grande inganno di cui siamo vittime tutti, o quasi, a vantaggio di pochi. Pino Arlacchi scrive, appunto, Contro la paura di un futuro fosco, violento, teatro di continui scontri.
La violenza, infatti, è in continuo aumento, cresce il numero di guerre, attacchi terroristici, omicidi, soprusi e dipendenze da sostanze stupefacenti. Questo, almeno, è quello che ci fanno credere.
Questo è il grande inganno.
Ma chi sono gli artefici di quest’opera a tinte cupe? Sono i governi, almeno quelli più ricchi e con maggiori interessi in ballo, il mondo della comunicazione e dei mass media, gli apparati militari che giocano un ruolo fondamentale.
La verità è che la tendenza è nettamente opposta.
Pino Arlacchi utilizza ciò che avuto modo di conoscere e di scoprire durante la sua notevole carriera, che spazia dalle strategie antimafia alle Nazioni Unite, passando per la Camera e l’università. L’autore svela l’altra faccia di più di una medaglia, aprendo gli occhi dei lettori.
Contro la paura presenta gli aspetti e le motivazioni del grande inganno, ma anche la tendenza, quella realmente in atto, verso un sempre maggiore ricorso alle risoluzioni non violente e al confronto.
La storia, l’analisi socio politica dei fatti ma anche quella della natura umana e la filosofia si uniscono in un saggio che svela il germe, in potenza, di ciò che ancora sembra un’utopia: un mondo pacifico.
La chiave del libro edito da Chiarelettere è il confronto tra le varie teorie e tra queste ultime ed i dati reali, concreti, affinché il lettore abbia una visione chiara e realistica del contesto in cui vive. Potremmo riassumere lo spirito di questo testo con una citazione dell’autore:
Tutto il senso del mio lavoro è consistito nel tentativo di fare politica in modo scientifico e di fare scienza in modo politico. Cosa ritenuta doverosa da Carlo Marx e impossibile da Max Weber.
Mariarosaria Clemente