Contratto statale: Il governo approva, arretrati al traguardo

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Sono veramente pochi i passi che separano circa 270 mila dipendenti della Pubblica Amministrazione Centrale (Ministeri, agenzie fiscali, parastato) dalla sottoscrizione definitiva del nuovo contratto statale.

Dopo il via libera odierno del Consiglio dei Ministri la palla passa alla Corte dei Conti che procederà con un’analisi di compatibilità dei costi, prima di dar luogo all’elaborazione dei dati in busta paga.

Ciò significa che se tutto procede per il meglio, l’emissione degli arretrati per gli incrementi tabellari potrebbe essere disponibile già a febbraio, con una media quantificata in circa 492 euro a persona ( da un minimo di 370 ad un massimo di 712 euro in relazione alla qualifica posseduta), in virtù del fatto che il rinnovo si riferisce al triennio 2016- 2018. Lo scatto contrattuale degli 85 euro lordi invece avrà luogo a partire dal mese di marzo.

Un’attesa quella dei lavoratori statali che si appresta a finire dopo ben dieci anni di stallo e che dopo l’assenso della Corte dei Conti potrebbe risolversi entro quindici giorni attraverso la stesura definitiva tra l’Aran (Agenzia italiana che rappresenta legalmente le pubbliche amministrazioni italiane nella contrattazione collettiva nazionale) e i sindacati.

L’ultima mossa sarà poi quella della Ragioneria per la preparazione dei cedolini e la disposizione dei fondi. Il contratto, stilato il 23 dicembre sancisce una linea guida anche per gli altri tre comparti del pubblico impiego (scuola, sanità ed enti territoriali) ancora in corso di trattative e incentra la sua attenzione sul miglioramento delle condizioni lavorative sia in un ottica di tutela che di regolamentazione operativa, al fine di potenziarne la produttività e la salvaguardia.

Punti focali del nuovo contratto

Aumento di 85 euro per le fasce più basse: si tratta di un aumento lordo mensile che va da un minimo di 63 euro a un massimo di 117 ma grazie a un’extra (21-25 euro mensili) da riconoscere alle fasce retributive più basse l’adeguamento sarà di almeno 85 euro per tutti.

Piena partecipazione del sindacato: il sindacato sarà parte attiva nell’iter decisionale con libertà di contrattazione per quel che concerne orari e organizzazione sul lavoro. Termina l’epoca dell’informazione per partito preso.

Precarietà: i contratti a tempo determinato non potranno superare i 36 mesi continuativi, più dodici (solo in casi eccezionali) trascorsi i quali dovranno essere interrotti. L’assunzione a tempo indeterminato resta comunque correlata all’iter dei concorsi. Inoltre, come per le imprese private il numero di dipendenti a termine non può in alcun modo oltrepassare la soglia del  20% totale.

Sanzioni in tema di molestie: si rafforza il processo sanzionatorio per quel che riguarda le molestie all’interno dell’ambiente lavorativo, da una prima sospensione (fino a sei mesi) si passa direttamente, in caso di replica, all’espulsione definitiva.

Assenze strategiche: blocco dello stipendio e allontanamento per due o più assenze continuative ingiustificate durante i periodi festivi o in caso di assenza di massa. Ogni lavoratore avrà un “fascicolo personale” utile per il monitoraggio della sua posizione.

Orari flessibili: maggiore tolleranza in entrata e in uscita ma anche potenziamento del passaggio al part time. Sarà inoltre possibile per ciascun dipendente, in caso di problemi personali o di salute, cedere le proprie ferie eccedenti le quattro obbligatorie per legge ad un altro dipendente.

Riconoscimento delle unioni civili: permessi e congedi concessi anche ai conviventi, inclusi i quindici giorni retribuiti per le nozze.

Tutela per legge 104: i permessi andranno inseriti in una programmazione mensile fatta salva la “documentata necessità” che ne concede la richiesta 24 ore prima. Inoltre le tutele previste per le terapie salvavita vengono estese anche ai giorni di assenza dovuti agli effetti collaterali dei trattamenti (fino a 4 mesi). Concessione di permessi anche per le viste specialistiche.

In seconda battuta le amministrazione potranno scegliere di adottare ulteriori benefit per i propri dipendenti tra cui borse di studio, accessi agevolati nei musei, agevolazioni nella richiesta di prestiti personali.

Sanzione patteggiata: creazione di procedure conciliative anti-ricorso regolamentate dal disciplinare del pubblico impiego.

Monica Bertoldo

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