Conte al G7 2019: l’ex Presidente accolto da eroe a Biarritz

La partecipazione di Conte al G7 2019 ha una rilevanza che va oltre il coinvolgimento del nostro Paese nelle grandi questioni internazionali. L’impatto politico di alcune dimostrazioni di stima – giunte pochi giorni dopo il suo discorso in Senato contro Salvini – potrebbe essere da non sottovalutare.

I temi del Summit 2019 e la rilevanza del G7

Proprio in questi giorni di grande fermento politico per il nostro Paese, a Biarritz si sta svolgendo il summit dei leader delle sette economie più avanzate al mondo. Vertice noto come G7. I paesi che ne fanno parte sono Stati Uniti, Francia, Regno Unito, Germania, Giappone, Canada e Italia. Il grande pregio di questo gruppo è che consente ai Paesi partecipati di affrontare e dirimere problemi di rilevanza globale in tempi piuttosto ristretti.

Quest’anno, le questioni in agenda sono numerose. I temi da affrontare sulla costa atlantica francese spaziano dalla Brexit, all’accordo sul nucleare iraniano, alla devastazione degli incendi in Amazonia. Indispensabile dunque la presenza, seppur simbolica, del Presidente dimissionario Giuseppe Conte al summit.




Una presenza simbolica, eppure…

È facile comprendere perché la presenza di Giuseppe Conte al G7 assuma caratteristiche simili a quelle del gesto simbolico. Egli non potrà incidere in maniera significativa sui punti in discussione, né potrà firmare eventuali trattati bilaterali. Ciononostante, al suo arrivo al summit i leader europei lo hanno accolto con un calore fuori dall’ordinario. Primi fra tutti Emmanuel Macron e Angela Merkel.

Nella mattinata di ieri anche il Presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk ha espresso un importante apprezzamento sull’operato di Giuseppe Conte, asserendo che quest’ultimo è stato “uno dei migliori esempi di lealtà in Europa”. Durante il suo intervento al summit, l’ex premier ha ribadito che la stagione politica con la Lega è giunta al termine. Mentre, sull’ipotesi di un Conte-bis, ha affermato che per il futuro politico dell’Italia ciò che conta sono i programmi e non le persone.

Rimane da interrogarsi sulle reali motivazioni sottostanti agli apprezzamenti espressi per un leader che sino a ieri era comunque espressione di un governo piuttosto euro-scettico. Molto probabilmente, la posizione assunta contro Matteo Salvini – alleato politico del avversario di Macron e critico nei confronti della politica della Merkel – ha avuto il suo peso.

Ciò indicherebbe che i principali governi europei considerano più temibile l’anti-europeismo salviniano rispetto a quello dei 5 Stelle, che, ricordiamo, è attualmente l’unico partito apertamente schierato in favore di Conte.

Livia Larussa

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