La notizia arriva dalla Staffordshire University e si riferisce all’analisi di campioni di acqua prelevata da fiumi e mari per analizzare i livelli di inquinamento.
Secondo lo studio pubblicato su Marine Pollution Bulletin la contaminazione dei campioni è un problema reale che assume proporzioni impressionanti se nell’effettuare i rilevamenti non si adattano tutte le opportune contromisure.
I ricercatori che hanno firmato la ricerca sono la dottoressa Claire Gwinnett della suddetta università britannica e la collega americana Rachael Miller fondatrice del “Rozalia Project for a Clean Ocean”.
Infatti la parte sul campo della ricerca si è svolta su un battello del Rozalia Project che ha risalito il fiume Hudson (il fiume di New York).
Cosa hanno fatto le ricercatrici? Hanno raccolto campioni di acqua come al solito e hanno cercato per i più comuni inquinanti che avvelenano i nostri corsi d’acqua e i mari, vale a dire microplastiche e microfibre.
Poi però hanno analizzato ogni microparticella inquinante trovata nell’acqua e l’hanno confrontata con quelle di ogni singolo indumento e ogni singolo pezzo di equipaggiamento indossati tanto dai ricercatori che dall’equipaggio dell’imbarcazione, se c’era corrispondenza consideravano quell’elemento frutto di contaminazione dei campioni e non parte dell’inquinamento ambientale.
Il risultato è stato impressionante, se non si utilizzavano robusti protocolli anti-contaminazione in fase di raccolta dei campioni di acqua (ad esempio una bottiglia Nansen per i campioni raccolti in profondità) ben il 71,4% delle microparticelle nel campione erano frutto di contaminazione.
Se non si usavano gli adeguati protocolli (filtrazione sottovuoto) in fase di analisi dei campioni il 68,4% delle microparticelle era frutto di contaminazione.
Le ricercatrici commentano i risultati della ricerca con un’immagine divertente ed efficace, sembrerebbe proprio che i nostri indumenti perdano microfibre non solo in lavatrice e nell’asciugatrice ma che durante tutto il giorno siamo circondati da una nuvola, un po’ come Pig-Pen il personaggio dei Peanuts costantemente circondato da una nuvola di sporcizia, solo che nel nostro caso si tratta di una nube di microfibre e microplastiche.
Roberto Todini