Tabacco, un killer silenzioso…
Il consumo di tabacco rappresenta uno dei più grandi problemi della sanità pubblica a livello mondiale. É uno dei maggiori fattori di rischio nello sviluppo di patologie neoplastiche, cardiovascolari e respiratorie. Il fumo di tabacco, in particolare, è una causa nota o probabile di almeno 27 malattie.
Secondo il Ministero della Salute:
Il tabacco provoca più decessi di alcol, droghe, incidenti stradali, omicidi e suicidi messi insieme.
Le sigarette sono uno dei più sottovalutati problemi sanitari. Non ci si preoccupa per qualcosa che non si vede agire, fino a quando non è troppo tardi.
Un po’ di dati
L’assunzione costante e prolungata di tabacco è in grado di incidere sulla durata della vita media oltre che sulla qualità della stessa.
Circa il 50% dei fumatori muore prematuramente, con conseguente perdita media di 14 anni di vita per fumatore. Il consumo di tabacco è la principale causa di cancro prevenibile, il 27% di tutti i tumori sono attribuiti al consumo di tabacco. Inoltre, i fumatori hanno anche più probabilità di soffrire di una serie di malattie, tra cui cardiovascolari e problemi respiratori.
Il tabacco, come ben noto a tutti, può anche essere mortale per i non fumatori. L’esposizione al fumo passivo causa 1,2 milioni di morti ogni anno. Quasi la metà di tutti i bambini respira aria inquinata dal fumo di tabacco e 65.000 bambini muoiono ogni anno a causa di malattie legate al fumo passivo.
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Il tabacco colpisce i più poveri
La maggior parte dei decessi correlati al tabacco si verifica nei paesi a basso e medio reddito, che sono spesso bersaglio di intense campagne di marketing dell’industria del tabacco. Più dell’80% dei fumatori totali vive attualmente in paesi sottosviluppati o in paesi in via di sviluppo, e il 60% in soli 10 paesi.
Sono quindi i cittadini più poveri e meno istruiti ad essere maggiormente colpiti dalla dipendenza da tabacco.
La situazione in Italia
In Italia si stima che siano attribuibili al fumo di tabacco oltre 93.000 morti. Con costi diretti e indiretti pari a oltre 26 miliardi di euro. Per quanto riguarda i tumori, il tabacco è il fattore di rischio con maggiore impatto a cui sono riconducibili almeno 43.000 decessi annui.
Nel 2021, secondo dati ISTAT, i fumatori, tra la popolazione di 14 anni e più, sono poco meno di 10 milioni. La prevalenza è pari al 19%. Forti sono le differenze di genere: tra gli uomini i fumatori sono il 22.9% tra le donne il 15,3%. Il fumo di tabacco è risultato più diffuso nella fascia di età tra i 25-44 anni (circa 1 persona su 4).
Conclusioni
Il consumo di tabacco, ad oggi, rimane il più grande fattore di rischio evitabile per la salute.
Al di fuori dell’Italia, molti paesi stanno agendo per combattere la dipendenza da sigarette e tabacco. In Nuova Zelanda, addirittura, le nuove generazioni non potranno più acquistare sigarette. Infatti il governo neozelandese ha emanato una legge che vieta la vendita di sigarette a tutti i cittadini nati dopo il 2008. L’obiettivo del governo è quello di rendere la nazione “smoke-free” entro il 2025.
Se sia questa la strada giusta non è facile dirlo, la storia ci ha insegnato che il proibizionismo non funziona. Quello di cui si può essere certi però, è che questo problema non va ignorato. La popolazione, che lo voglia o meno, deve essere disincentivata dal consumare tabacco, anche se molto spesso sembra che avvenga il contrario.
Edoardo Pedrocchi