Matteo Renzi, ex premier e attuale segretario del PD, e il padre Tiziano, indagato per traffico di influenze. A finire sotto i riflettori una telefonata che i due si sono scambiati lo scorso marzo. L’argomento sarebbe proprio il coinvolgimento di Tiziano nell’ambito del cosiddetto caso CONSIP.
Poche ora fa, infatti, Il Fatto Quotidiano ha pubblicato il contenuto della telefonata intercettata, anticipando il contenuto del nuovo libro di Marco Lillo “Di padre in figlio”. La conversazione telefonica tra Matteo e Tiziano Renzi risale alle 09:45 del 2 marzo 2017. Il giorno dopo Tiziano sarebbe stato interrogato dai giudici romani.
Durante la telefonata l’ex premier incalza il padre con diverse domande, esortandolo a dire tutto ciò che sa sulla vicenda CONSIP. A dire di Renzi, infatti, questa intercettazione “conferma la mia serietà“. Proprio il segretario del PD ha voluto esprimere la sua opinione sulla vicenda attraverso un post su Facebook:
Tiziano e Matteo Renzi: l’intercettazione su Romeo e il caso Consip
Il Fatto Quotidiano ha quindi pubblicato un’anteprima del nuovo libro di Marco Lillo. Riguardo la pubblicazione dell’intercettazione è stato però aperto un fascicolo per violazione del segreto istruttorio. Il contenuto della telefonata, infatti, rientra nell’ambito dell’inchiesta CONSIP per corruzione e traffico di influenze, che riguarda appunto la centrale acquisti della pubblica amministrazione.
Nella telefonata Matteo Renzi chiede più volte al padre di dire la verità circa i suoi rapporti con Alfredo Romeo. I due indagati, infatti, hanno sempre negato di conoscersi. Ma l’ex premier non sembra esserne convinto. Nell’intercettazione si sente Matteo dire al padre:
“Babbo devi dire tutta la verità ai magistrati. È una cosa molto seria. Devi ricordarti tutti gli incontri e i luoghi, non è più la questione della Madonnina e del giro di merda di Firenze per Medjugorje. È vero che hai fatto una cena con Romeo?”.
La risposta di Tiziano è ambigua. L’uomo continua a negare di aver mai cenato con Romeo. Ma ammette di averlo forse incontrato in un bar, anche se non ricorda nulla sull’ipotetico incontro. È a questo punto che il segretario PD sembra perdere la calma. Continua a incalzare il padre dicendo:
“Non ti credo e devi immaginarti cosa può pensare il magistrato. Non è credibile che non ricordi di avere incontrato uno come Romeo, noto a tutti e legato a Rutelli e Bocchino. Andrai a processo, ci vorranno tre anni e io lascerò le primarie. Io non voglio essere preso in giro e tu devi dire la verità.[…] Devi dire se hai incontrato Romeo una o più volte e devi riferire tutto quello che vi siete detti”.
Al termine della telefonata Matteo Renzi avrebbe però detto a una persona che era con lui di essere convinto dell’innocenza di suo padre. Nel post su Facebook, inoltre, sostiene di avere fiducia nella giustizia e nelle istituzioni italiane. Per questo “Chi ha sbagliato pagherà fino all’ultimo centesimo, comunque si chiami“.
Ranjitha Mancini