Dalla sua indipendenza, dopo il crollo dell’Unione Sovietica, l’Armenia era rimasta per tre decenni vicina a Mosca, finché il rapporto non si è incrinato quando, lo scorso anno, il Cremlino ha sostenuto l’Azerbaijan nella guerra lampo per il controllo dell’exclave armena dell’Artsakh, o Nagorno-Karabakh. Da allora, il governo centrista di Nikol Pashinyan ha iniziato a muoversi per stringere legami più forti con l’Europa e gli Stati Uniti.
Gli obiettivi di questa misura, approvata ieri dai 27 ministri del Consiglio dell’Ue, sono molteplici: potenziare le capacità logistiche delle Forze armate armene, contribuire a migliorare la protezione dei civili nelle crisi e nelle emergenze, rafforzare la resilienza dell’Armenia e accelerare l’interoperabilità delle sue Forze armate in caso di un’eventuale futura partecipazione del Paese a missioni e operazioni militari internazionali, comprese quelle dispiegate dall’Ue.
Queste le parole dell’Alto Rappresentante dell’Unione per la Politica Estera e la Sicurezza, Josep Borrell:
«La sicurezza è un elemento sempre più importante delle nostre relazioni bilaterali con l’Armenia. Questa misura del Fondo europeo per la pace contribuirà ulteriormente alla resilienza del Paese. Abbiamo un interesse reciproco a intensificare ulteriormente il nostro dialogo sulla politica estera e di sicurezza, esaminando anche la futura partecipazione dell’Armenia alle missioni e alle operazioni guidate dall’Ue».
Tra le altre decisioni prese ieri dai 27 ministri del Consiglio Affari esteri dell’Unione europea c’è il rinnovo per altri sei mesi, fino al 31 gennaio 2025, delle sanzioni contro la Russia per la perdurante invasione dell’Ucraina; l’esenzione del visto Ue per i titolari di passaporto serbo che vivono in Kosovo; l’introduzione dell’etichetta digitale per i fertilizzanti (un QR-code che rimanderà sul web a informazioni dettagliate sul prodotto).
Il Piano per l’Armenia da 270 milioni di euro
La misura approvata ieri dal Consiglio dell’Ue di stanziare dieci milioni a sostegno delle Forze Armate ucraine, va inquadrata in un piano più ampio, già disposto dal mesi dall’Ue. Questo piano prevede sovvenzioni per il valore di 270 milioni di euro per prossimi quattro anni in favore dell’economia e della società armena. A partire dalle piccole e medie imprese, fino a “progetti di infrastrutture-chiave, produzione di rinnovabili in Armenia e migliori interconnessioni con la Georgia”, ha assicurato la von der Leyen.
In questo modo l’Unione Europea cerca di allacciare un rapporto di fiducia e di alleanza con l’Armenia, per togliere alla Russia anche l’ultimo alleato nella regione caucasica. Su questo punto si era già espressa il 5 aprile la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, nel corso di un punto stampa con il primo ministro armeno, Nikol Pashinyan, il segretario di Stato statunitense, Antony Blinken, e l’Alto Rappresentante dell’Ue, Josep Borrell, che precedeva una riunione tenuta a Bruxelles. In quella occasione la presidente della Commissione aveva dichiarato: “Stiamo rispettando la promessa fatta a ottobre di stare a fianco dell’Armenia e di fornire una visione per il nostro partenariato”.
Il Piano di resilienza e crescita per l’Armenia sosterrà la diversificazione degli scambi commerciali, rafforzerà la cooperazione settoriale con l’Unione Europea e “contribuirà a soddisfare le esigenze a lungo termine degli sfollati” dal Nagorno-Karabakh. Proprio su questa priorità si era soffermata la presidente della Commissione lo scorso 5 aprile, ricordando che “dallo scorso settembre abbiamo erogato oltre 30 milioni di euro a sostegno dei rifugiati e siamo pronti a fare di più per sostenere l’integrazione a lungo termine”.
Vincenzo Ciervo