Non ha bisogno di presentazioni di sorta, il suo nome è sinonimo di poesia ormai. Nel 2009 Giorgio De Rienzo dalle pagine del Corriere della sera lo definì ” Scrittore d’Italia del decennio”. Ma, Erri De Luca è molto più di questo. Per chi ama leggere, per chi ama scrivere, chi adora la poesia, per chi è sempre dalla parte degli ultimi, Erri è una icona, un simbolo. Abbiamo avuto il piacere di fargli qualche domanda. Questa è l’intervista a Erri De Luca:
–Erri De Luca ha avuto ed ha, una vita piena: Erri muratore, militante di Lotta continua, poeta , scrittore, giornalista, autista di convogli umanitari, operaio, traduttore e molto altro. Gran parte della sua vita oggi è sotto i “riflettori” , quando tutto si spegne, chi è il vero Erri De Luca?
Escludendo dall’elenco la professione di giornalista che non mi compete, sono uno che svolge l’attività di scrittore e che da cittadino italiano prende parte alle lotte civili del proprio paese.
–Caso processo per le dichiarazioni sulla Tav ormai alle spalle. A tal proposito, siamo molto contenti per la sentenza. Detto ciò, le volevo chiedere: Come ha vissuto quei momenti ? E ancora, com’è che in Italia si manda a processo Erri De Luca, e no chi nelle istituzioni fomenta quotidianamente il razzismo , incita all’odio razziale e alla guerra santa?
Ho trascorso i due anni della incriminazione e del processo a ripetere puntualmente in ogni luogo pubblico le frasi accusate di incitamento a commettere reati. Si voleva censurare il mio vocabolario e il diritto di libera espressione. Non potevo ritrattare né attenuare, altrimenti avrei guastato il resto delle mie parole. Ho avuto la straordinaria sorpresa di essere difeso dai lettori che hanno organizzato in quei due anni centinaia di pubbliche letture delle mie pagine. Chi incita da pubblici uffici all’odio razziale è semplicemente indegno del suo incarico.
– Che cos’è la fondazione Erri De Luca, ce ne parli un po’.
La Fondazione si occupa di raccogliere documentazione dei grandi flussi migratori, la più grande epica moderna. Con mezzi minuscoli cerca di favorire la fraternità tra persone di popoli diversi, concentrandosi sulle storie che attraversano il Mediterraneo.
– Lei è uno stimato poeta. Che cos’è la poesia per Erri De Luca? La poesia, può essere usata come strumento di lotta? Può rappresentare la poesia un viatico per le classi meno abbienti?
La poesia si manifesta in momenti di emergenza. Serve allora la sua sintesi, il suo canto, la sua energia. Omero chiede alla poesia di cantare la guerra di Troia e le avventure di Ulisse. Una persona innamorata chiede alla poesia di trasmettere il suo entusiasmo. Una persona assediata chiede alla poesia di sospendere l’assedio , di farle dimenticare la fame, il pericolo, i lutti. La poesia risponde a chiamate di emergenza.
– Sembrerebbe che, un po’ in tutto il vecchio continente , ci sia una deriva “ destra” . Dilaga il razzismo, i nazionalismi sono in ascesa, così come i fascismi. Ci sono secondo lei sillogismi, o comunque analogie con gli anni di piombo?
No, nessuna analogia. Esiste una destra nazionalista in Europa, bisogna contrastarla e finora la grande maggioranza delle nazioni europee ha saputo tenere a bada queste spinte. Tranne che in Ungheria e Polonia, non c’è altro esempio di governo xenofobo e razzista. In Francia il Front National non è riuscito a conquistare nessuna macroregione alle recenti elezioni.
– Per risolvere problemi che purtroppo ci trasciniamo dietro dalla notte dei tempi, da più parti si sente parlare di “Rivoluzione Culturale “. Come si attua secondo lei una Rivoluzione Culturale?
Rivoluzione culturale sarebbe in Italia il riconoscimento che abbiamo la maggioranza del patrimonio culturale dell’umanità oltre a una enorme varietà di bellezze naturali e dunque i più importanti ministeri di un governo sano di mente dovrebbero essere quelli della Cultura, dell’Ambiente e dell’Agricoltura. Rivoluzione culturale sarebbe non spendere un centesimo per l’acquisto miliardario di aerei da guerra F24.
– Erri De Luca vive a Roma, ma è Napoletano. Si dice che a volte nascere nella città Partenopea può rappresentare uno svantaggio , altre volte invece, un valore aggiunto. Cosa ne pensa lei, e che rapporto ha con Napoli?
Abito non nella città di Roma, ma in una casa tra i campi, senza essere diventato un campagnolo, sono un ex cittadino. Napoli è la mia madrelingua, il mio sistema nervoso, la città – causa della quale sono uno dei molteplici effetti. Rivendico in ogni luogo la mia origine, non per orgoglio di campanile, ma per precisare i mie dati personali, prima napoletani, poi di Mediterraneo.
– Ha paura del mondo che stiamo consegnando ai nostri figli? Crede che le generazioni future, sapranno fare meglio?
Le generazioni future dovranno occuparsi di riparare i guasti ambientali che stiamo accumulando. Ci malediranno e inventeranno una economia basata sulla riparazione.
– Tanti sogni lei sicuramente li avrà realizzati. Erri De Luca ha un sogno nel cassetto? Se si, quale?
Sogno poco e di solito sogno i miei assenti. Non faccio progetti a lungo termine, sono anziano e provvisorio.
È stato molto gentile a rispondere alle domande. Avremmo altre mille domande da fare, magari in un’altra occasione.
Un saluto cordiale ai lettori di Ultima Voce, Erri.