“Conosci te stesso”. L’esortazione dei greci oggi vale più che mai

γνῶθι σαυτόν [Gnōthi sautón]. In Italiano “Conosci te stesso”. Una vera e propria legge nella Antica Grecia, ormai troppo spesso dimenticata. Storia e significato di una delle esortazioni più famose della storia.



Tra storia e leggenda

C’è chi dice che la frase fu per prima pronunciata da uno dei sette sapienti, (TaleteChilone o Biante), modelli di saggezza dell’antichità. Un’altra leggenda narra che venne pronunciata dalla sacerdotessa di Delfi, o che addirittura  arrivasse  direttamente dall’oracolo, e quindi da Apollo stesso. Risalire all’origine dell’espressione  “Conosci te stesso” è quanto mai problematico, viste le poche testimonianze storiche. 

Da più fonti però ne venne riportata l’importanza nell’Antica Grecia.
Platone racconta che l’esortazione fosse incisa e accogliesse i visitatori all’ingresso del tempo di Apollo a Delfi.
Socrate, si dice, lì la lesse e ne fece uno dei pilastri della sua filosofia.
Nella tragedia “Il Prometeo incatenato” di Eschilo viene  usata come monito dato all’eroe protagonista da Oceano

«Vedo sì, Prometeo, e voglio darti il consiglio migliore, anche se tu sei già astuto. Devi sempre sapere chi sei (γίγνωσκε σαυτὸν) e adattarti alle regole nuove: perché nuovo è questo tiranno che domina tra gli dèi.

I due significati

Proprio dal passo dell’opera di Eschilo, viene estrapolato il primo significato attribuito all’espressione “Conosci te stesso” dagli studiosi. Crescere, evolversi, conoscersi nella propria interiorità e completezza, sapersi adattare per superare le difficoltà che si presentano davanti e trovare la pace con sé stessi. E’ questa l’ottica con cui l’esortazione è stata più volte riproposta nei secoli a venire.

Il senso originale del monito secondo la maggioranza degli studiosi presente nel tempio di Apollo avrebbe però tutt’altro sapore, e sarebbe invece un monito contro l’arroganza e la presunzione dell’uomo. Conosci te stesso vuol dire “Ricordati che hai dei limiti, e che non puoi compararti a Zeus” e farebbe quindi riferimento alla finitezza dell’uomo e avvertirebbe quindi a non superare i propri limiti.

Conosci te stesso…nell’attualità

Immediato il parallelo con la nostra attualità. Se c’è una cosa che questo difficile periodo ci ha insegnato è che niente e per sempre, tanto meno l’uomo. Che tutto può cambiare in un attimo, Che anche l’impossibile può succedere. Ci ha fatto capire quanto piccoli e impotenti si sia di fronte alla natura e alla morte. E ci ha fatto, soprattutto, capire, quanta presunzione ci sia nella società moderna e quanto l’uomo si sia allargato oltre i propri confini. Ha fatto capire anche, però, l’importanza di conoscersi, capirsi, stare bene con sé stessi. Conoscere i propri limiti e difetti per contrastarli e uscire più forti di prima da ogni difficoltà.
Ecco perché “Conosci te stesso” è ancora l’esortazione che non va mai dimenticata

Beatrice Canzedda

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