Mentre il Congresso applaudiva Netanyahu, a Gaza morivano due madri

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Andrea Umbrello

Direttore Editoriale di Ultima Voce


Mentre il Congresso applaudiva Netanyahu per più di 50 volte, durante i suoi 56 minuti di discorso, almeno due madri hanno perso la vita nella Striscia di Gaza. Lo rivela un rapporto di UN Women.


Nella giornata di ieri, 24 luglio, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha tenuto un discorso al Congresso a Washington, invitando Stati Uniti e Israele a “rimanere uniti di fronte alla minaccia di Hamas e dell’Iran“. Durante il suo discorso, Netanyahu ha difeso con forza la guerra nella Striscia di Gaza, dichiarando: “Sono venuto qui per assicurarvi una cosa, che vinceremo e la nostra sarà una vittoria totale. Quello che sta accadendo non è uno scontro di civiltà, ma tra barbarie e civiltà, tra coloro che glorificano la morte e coloro che glorificano la vita. Per far trionfare le forze della civiltà, Usa e Israele devono stare insieme“. Il primo ministro è stato applaudito più di 50 volte dai membri del Congresso durante il suo discorso di 56 minuti. Tuttavia, mentre Netanyahu riceveva applausi, a Gaza la situazione continuava a peggiorare drasticamente.

Impatto devastante su donne e bambini

Secondo un rapporto di UN Women, dall’inizio delle ostilità il 7 ottobre, nella Striscia di Gaza vengono uccise due madri ogni ora. Questo significa che durante il discorso di odio di Netanyahu, almeno due madri sono state uccise mentre i politici applaudivano, e chissà quanti bambini sono rimasti orfani. Il rapporto sottolinea che circa il 70% delle persone morte nella guerra a Gaza sono donne e bambini. Sima Bahous, Direttore esecutivo di UN Women, ha dichiarato: “Queste sono persone, non numeri, e le stiamo deludendo. Quel fallimento, e il trauma generazionale inflitto al popolo palestinese in questi 100 giorni e oltre, ci perseguiterà tutti per generazioni a venire“.

L’organizzazione ha espresso preoccupazione per i “resoconti scioccanti di violenza sessuale inaccettabile” e ha chiesto giustizia e sostegno per le vittime. Secondo il rapporto, almeno 3.000 donne potrebbero essere diventate vedove e capofamiglia, e almeno 10.000 bambini potrebbero essere rimasti senza padre. Bahous ha aggiunto: “Continuiamo a chiedere un immediato cessate il fuoco umanitario. Non bisogna risparmiare alcuno sforzo per garantire che le donne e le ragazze di Gaza ricevano l’assistenza umanitaria di cui hanno bisogno, tra cui sicurezza e protezione, immediatamente e senza impedimenti“.

Conseguenze umanitarie della guerra

Israele ha lanciato incessanti attacchi aerei e terrestri sulla Striscia di Gaza dopo l’attacco transfrontaliero di Hamas, che secondo Tel Aviv ha causato la morte di 1.200 persone. Le autorità sanitarie palestinesi riferiscono che da allora sono stati uccisi almeno 24.762 palestinesi, per lo più donne e bambini, e 62.108 sono rimasti feriti. L’ONU riferisce che l’offensiva israeliana ha lasciato l’85% della popolazione di Gaza sfollata all’interno del Paese, a causa della grave carenza di cibo, acqua pulita e medicine, mentre il 60% delle infrastrutture dell’enclave è stato danneggiato o distrutto.

Una tragedia umanitaria di proporzioni immani

Il discorso di Netanyahu, acclamato calorosamente dal Congresso, ha generato forti critiche da parte di chi, dati alla mano, considera la guerra a Gaza una tragedia umanitaria di proporzioni immani. Mentre i politici applaudivano, a Gaza, famiglie intere venivano distrutte, vite spezzate e il futuro di migliaia di bambini compromesso. La guerra ha trasformato Gaza in un campo di sofferenza, dove la quotidianità è segnata dalla paura e dalla perdita. Le immagini di edifici distrutti, ospedali sovraffollati e bambini traumatizzati raccontano una storia di devastazione che va ben oltre le dichiarazioni politiche.

L’ONU ha evidenziato come l’offensiva israeliana abbia portato a una delle crisi umanitarie più gravi degli ultimi decenni, con l’85% della popolazione di Gaza sfollata all’interno del proprio territorio. La mancanza di cibo, acqua pulita e medicine rende la situazione insostenibile, e le infrastrutture danneggiate complicano ulteriormente gli sforzi di soccorso. In questo contesto, le richieste di un cessate il fuoco umanitario diventano sempre più urgenti e disperate. Tuttavia, mentre i leader politici discutono, le vite continuano a essere perdute, e il trauma inflitto al popolo palestinese cresce giorno dopo giorno.

Mentre Netanyahu parlava di vittoria e civiltà, la realtà a Gaza raccontava una storia di sofferenza e disperazione. Le parole del primo ministro, accolte con entusiasmo dal Congresso, contrastano drammaticamente con le immagini di dolore e distruzione provenienti dalla Striscia di Gaza. La guerra non è solo una questione politica, ma una tragedia umanitaria che richiede una risposta urgente e umana. È fondamentale ricordare che dietro ogni numero ci sono persone, famiglie, bambini che meritano di vivere in pace e sicurezza.

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