È stato condannato Patrick Crusius, il killer che nel 2019 aveva compiuto una strage di migranti di origine latina nella città di El Paso, in Texas. Il tribunale ha stabilito che l’uomo dovrà scontare 90 ergastoli, uno per ogni capo d’accusa, ma la faccenda non è ancora conclusa: Crusius rischia la pena capitale, pratica che non è del tutto scomparsa dagli Stati Uniti.
Condannato Patrick Crusius
Dopo 4 anni dai fatti di El Paso si è arrivati ad una sentenza. Alla fine è stato condannato Patrick Crusius, il ragazzo all’epoca ventenne che nel 2019, partendo da Dallas, si era recato nella città di frontiera di El Paso per uccidere con un fucile d’assalto i frequentatori ispano-americani di un supermercato Walmart, dentro il centro commerciale Cielo Vista. Il massacro, nel quale persero la vita 23 persone e ne rimasero ferite 22 (perla maggior parte di origine messicana), è stato uno degli attacchi più gravi che hanno coinvolto la comunità dei latinos nella storia contemporanea statunitense. Il movente è di origine xenofoba: nei giorni precedenti alla strage, il ragazzo aveva pubblicato diversi video in cui esprimeva opinioni razziste contro la comunità di origine ispanica. La scelta di colpire in una città di frontiera era stata, come dichiarato in un filmato caricato pochi minuti prima di sparare, una strategia per dissuadere nuovi migranti messicani ad entrare nel paese.
La pena prevista è di 90 ergastoli, uno per ogni capo d’accusa che il governo federale (quello di Washington) gli ha imputato dopo la sparatoria. A facilitare la decisione del giudice sono state le dichiarazioni di Crusius che nei mesi scorsi non si è pentito delle sue azioni, ammettendo inoltre la sua colpevolezza rispetto a tutti i capi di accusa, anche per quelli collegati ai crimini d’odio. A livello statale invece rischia ben più dei molteplici ergastoli. Il governo di Austin sta valutando il caso dell’ormai ventiquattrenne che ad oggi rischia anche la pena di morte, trattamento disumano ancora in vigore nello stato della stella solitaria. Per evitarla Patrick Crusius ed il suo legale hanno chiesto un patteggiamento nel quale accetterebbe la condanna alla prigione a vita senza poter accedere alla libertà condizionale; l’avvocato ha poi riportato al giudice che il ragazzo soffriva di una malattia mentale, che lo ha spinto a commettere la strage.
La pena di morte negli USA
Lo stato del Texas sta decidendo se dare la pena capitale al ventiquattrenne Patrick Crusius. Anche se merita di pagare per i suoi crimini e per le vite che ha preso, non deve morire per mano della legge. La pena di morte dovrebbe essere una realtà ormai obsoleta, retaggio di un passato che non ci appartiene più, superato dall’epoca dell’Illuminismo grazie ai numerosi scritti e al cambio di pensiero. Famose sono le opere come “Dei delitti e delle pene” di Cesare Beccaria, che illustravano un nuovo modo di punire i criminali, con pene proporzionate al reato commesso e senza mai prevedere l’uso della pena capitale. Ecco, nel 2023 ci sono stati, anche occidentali, che fanno ancora un uso abbastanza considerevole di questo strumento di tortura, Stati Uniti primi fra tutti.
Negli USA ogni stato federale applica la legge a proprio modo, e di conseguenza decide o meno come punire i criminali. Più della metà degli stati ha abolito la pena capitale oppure non la usa, vietandola attraverso una moratoria informale ma di fatto in vigore: in pratica una sospensione delle esecuzioni capitali a tempo indeterminato. Dal 2003 non ci sono più condanne a morte a livello federale, ma in Texas queste sono ancora in vigore e vengono usate non di rado. A febbraio 2023 le esecuzioni, per mezzo di iniezione letale, erano state già 6 e non sono destinate ad arrestarsi; storicamente il Texas è lo stato con più esecuzioni capitali negli ultimi 15 anni ed uno dei più propensi ad usare questo metodo per punire i reati gravi. La condanna, e la conseguente prigionia, dovrebbero essere un modo per sì punire l’individuo ma anche per rieducarlo e reinserirlo, quando possibile, nella società. Uccidere una persona non dovrebbe essere un atto previsto dalla legge, dovrebbe essere considerata all’unanimità una pratica crudele e anacronistica, ma purtroppo non siamo ancora evoluti fino a questo punto. La pena di morte potrà sembrare ad alcuni una pratica utile e forse addirittura corretta, in realtà non lo è affatto. D’altronde, se uccidi un assassino il numero di assassini nel mondo rimane lo stesso.