Razzismo e negazionismo dell’Olocausto: condanna a Van Langenhove

Condannato a un anno di reclusione l’attivista di estrema destra belga Dries Van Langenhove

condanna a Van Langenhove

L’attivista belga Dries Van Langenhove è stato condannato a un anno di carcere e al pagamento di un’ingente sanzione in quanto giudicato colpevole di aver violato le leggi in materia di razzismo e negazionismo vigenti in Belgio. La condanna a Van Langenhove conferma una tendenza riscontrata in numerosi altri paesi europei: l’estrema destra sta vivendo una fase di notevole ascesa nel continente.

La condanna a Van Langenhove

Nella giornata di martedì 12 marzo è stata comminata una dura sentenza di condanna nei confronti di Dries Van Langenhove. Il tribunale di Gand, città fiamminga situata a soli 50 chilometri dalla capitale Bruxelles, ha stabilito che l’attivista belga dovrà scontare un anno di reclusione e pagare una multa di 16.000 euro. Egli è stato inoltre condannato ad un periodo di dieci anni di interdizione durante il quale non avrà la possibilità di candidarsi alle elezioni né tantomeno di ricoprire incarichi pubblici.

L’indagine che ha portato alla condanna Van Langenhove, che ha avuto inizio in seguito ad un servizio mandato in onda nel 2018 dall’emittente VRT, ha visto coinvolti anche alcuni membri di Schild & Vrienden, il movimento giovanile di estrema destra fondato dall’attivista belga. Cinque di essi dovranno pagare multe di 8.000 euro a testa e scontare periodi di reclusione che variano dai sei agli otto mesi.

L’accusa rivolta a Dries Van Langenhove e al resto degli imputati è quella di essersi resi responsabili della violazione delle norme in vigore in Belgio in materia di razzismo e antisemitismo. L’accusa ha infatti dimostrato che Dries Van Langenhove e altri membri di Schild & Vrienden erano soliti scambiarsi messaggi dal contenuto giudicato estremista. La condanna a Van Langenhove è dovuta all’incitamento all’odio razziale e al negazionismo dell’Olocausto messi in mostra in questi messaggi. Sulla chat online incriminata, sono state reperite dagli inquirenti frasi di scherno atte a ridicolizzare tragedie umanitarie come la fame in Africa e la Shoah.

La difesa e le reazioni alla condanna

Dries Van Langenhove, classe 1993, ha acquisito fama e consensi specialmente tra le fasce più giovani della popolazione diffondendo idee estremiste di destra e facendosi campione del nazionalismo fiammingo. Egli è fondatore e leader del movimento giovanile identitario Schild & Vrienden ed, dal 2019 al 2023, è stato parlamentare come membro indipendente di Vlaams Belang, il partito di estrema destra più popolare del paese. La condanna a Van Langenhove interrompe bruscamente la carriera politica del giovane attivista belga.

Dries Van Langenhove si è detto amareggiato dall’esito del processo: ha sottolineato come questo processo abbia, dal suo punto di vista, determinato uno spreco del denaro versato nelle casse dello stato dai contribuenti pubblici e si è difeso dalle accuse asserendo che i messaggi incriminati costituiscono semplici scherzi umoristici postati su gruppi privati, e nemmeno da lui in prima persona. Il suo avvocato ha annunciato che presenterà un ricorso per ribaltare la sentenza di condanna a Van Langenhove.

Tom Van Grieken, che dal 2014 è leader di Vlaams Belang e portatore di idee simili a quelle che hanno determinato la condanna a Van Langenhove, è intervenuto in difesa del collega, accusando il sistema giudiziario belga di essere corrotto. A suo avviso, il tribunale di Gand avrebbe imbastito un processo puramente politico per eliminare dal panorama politico belga un candidato estremamente popolare come Dries Van Langenhove.

Tuttavia, i giudici del tribunale di Gand sono di opinione diametralmente opposta. Il giudice Jan Van den Berghe ha dichiarato che la sentenza di condanna a Van Langenhove è pienamente giustificata dal suo aperto sostegno all’ideologia nazista, e ha asserito che le prove raccolte sono sufficienti per dimostrare che il suo movimento ha il chiaro obiettivo di sostituire l’ordine democratico belga con una società basata sulla supremazia razziale bianca.

L’ascesa dell’estrema destra in Europa

La vicenda di Dries Van Langenhove non è che il più recente episodio che conferma una preoccupante tendenza che interessa il mondo occidentale nel suo complesso: l’estrema destra sta vivendo una fase di forte ascesa in numerosi paesi europei, facendo leva principalmente sul consenso degli elettori più giovani. Secondo i sondaggi, il partito estremista belga Vlaams Belang, che si fa portavoce di idee nazionaliste e separatiste, è, infatti, al momento la forza politica più popolare in Belgio, e gli analisti si aspettano che raccolga un successo significativo nell’ambito delle elezioni previste per giugno 2024.

Ma il Belgio non è il solo paese europeo interessato dall’ascesa dell’estrema destra. Anche in altri paesi occidentali come la Germania, dove il partito Alternativa per la Germania (AfD) ha raggiunto un consenso mai registrato prima d’ora, e la Romania, che sta assistendo alla crescita dell’Alleanza per l’Unione dei Romeni (AUR), stanno prendendo piede istanze nazionaliste, euroscettiche e ostili alle minoranze. La condanna a Van Langenhove non costituisce dunque un episodio isolato, ma il sintomo di un fenomeno di più vasta portata che vede il populismo e il nazionalismo di destra diffondersi in maniera sempre più capillare in Europa.

Questa tendenza è decisamente allarmante in quanto a breve si terranno le elezioni parlamentari dell’Unione Europea. Tra il 6 e il 9 di giugno 2024, infatti, i paesi membri dell’Unione Europea saranno chiamati a votare per eleggere i nuovi membri del Parlamento europeo, e il rischio concreto è che le formazioni di estrema destra, sulle ali di un crescente consenso nel continente, possano conquistare una posizione di forza nei processi decisionali dell’Unione Europea, influenzando le politiche comunitarie in materia di diritti civili e tutela delle minoranze.

Pietro Menzani

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