Uno dei concorsi più gettonati della storia italiana: 800 posti presso le cancellerie dei tribunali italiani ma con un bando che fa acqua da tutte le parti
Oltre trecentomila domande; quindici giorni di prove presso la Fiera di Roma e problemi di varia natura.
La conclusione: concorso assistenti giudiziari 2017 sospeso.
Ovvero, siamo dinnanzi ad un nuovo pasticcio all’italiana i cui sintomi e sentori si erano già verificati fin dai primi giorni di selezione avvenuta, dal 8 maggio fino al 24.
Occorre effettuare una cronostoria e capire le motivazioni che hanno spinto un giudice del lavoro di Firenze a sospendere il concorso.
I problemi sono cominciati agli albori. Infatti, la banca dati presente sul sito del Ministero presentava domande incomplete, con risposte errate o duplicate. L’elenco delle domande a risposta multipla avevano quale scopo la preparazione di tutti i candidati.
Le selezioni sono avvenute, in diversi giorni, presso la Fiera di Roma. Ma la sorte non è stata dalla parte dei primissimi candidati.
Le domande venivano visualizzate su un pc (scelta al passo con i tempi) se non fosse che, alcune di queste, erano tronche ovvero incomplete.
Minando così l’esito della prova. Nonostante tutto, il Ministero ha proseguito la selezione e ha dato una seconda possibilità a tutti coloro che erano state vittime delle domande tronche; circa 7000 candidati.
Insomma, una sorta di esame di riparazione ovviamente a loro spese.
Discutibile è anche la selezione effettuata in più giornate, poiché una stessa selezioni in diverse sedi della regione avrebbe portato ad una stessa difficoltà e, quindi, uguaglianza e ad una minor spesa per i candidati.
L’ulteriore beffa del concorso: il caso di Mehillaj Orkida.
Una cittadina albanese, ma residente in Italia, ha presentato ricorso contro la clausola del bando che vietava la partecipazione al concorso a cittadini non italiani.
Il ricorso è stato accettato dal tribunale di Firenze il quale ha sentenziato di riammettere al concorso (sia pure con riserva) Orkida, ma anche i candidati comunitari e quelli non comunitari in regola con i permessi.
E ordinando pure la sospensione del concorso, testualmente, «sino alla conclusione del giudizio di merito in modo da permettere ai cittadini comunitari e agli stranieri rientranti in una delle categorie previste dall´articolo 38 del decreto legislativo 165/2001 di essere rimessi in termini per la presentazione della domanda e partecipare con riserva al concorso».
Chiaramente, contro questa decisione, è stato fatto ricorso dal Ministero.
Ora la questione è nelle mani del Tar che dovrà decidere se ammettere con riserva gli extracomunitari, bloccare e far rifare il concorso oppure se continuare come se nulla fosse.
In ogni caso, si prospettano tempi non brevi per la soluzione della vertenza.
Resta l’amaro di chi, affrontando spese e sacrifici, vede offuscarsi il sogno di un posto fisso per il solito pasticcio all’italiana.
Tuttavia, l’intera vicenda è stata discussa presso le sedi competenti nella giornata di ieri e, ora, si attende una decisione chiara e definitiva.
Anna Rahinò